Una maxi operazione ha portato in carcere 43 persone coinvolte nel traffico internazionale della droga. L’organizzazione operava tra l’ Italia e l’ Albania. Agli arresti anche un viceministro di Tirana e un procuratore.
La gigantesca retata è stata condotta dagli uomini del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata e il Nucleo di polizia economico finanziaria delle GdF di Brescia. Tutto è cominciato 5 anni fa con il sequestro di 2 panetti di cocaina lungo l’arteria autostradale A4.
In manette sono finiti 43 soggetti impegnati nel traffico di droga. Sequestrati 4 milioni di euro di stupefacenti e fine della carriera per una viceministro albanese e un procuratore dello Stato balcanico. Il risultato è stato possibile grazie alla collaborazione delle autorità giudiziarie dei due Paesi dirimpettai.
Sgominata organizzazione internazionale della droga
Nel blitz poliziesco hanno fatto le spese anche il viceministro degli interni albanese Rovena Voda e un procuratore suo connazionale. Sono numeri spaventosi quelli che si snocciolano stavolta. 119 provvedimenti giudiziari complessivi (senza contare i 62 precedenti). Persone agli arresti colte in flagranza e non; ordinanze di custodia cautelare anche da eseguirsi in Albania. Il sequestro ha messo le mani su 120 chili di cocaina di derivazione olandese, 16 kg di eroina purissima raffinata presso due laboratori situati nelle province lombarde di Cremona e Milano.
E ancora 129 kg di marijuana e 92 di hashish. Riguardo alla marijuana l’Italia costituiva il luogo di coltivazione dei semi. Ciò avveniva presso due serre sequestrate anch’esse e allestite all’interno di cascine nel mantovane e nel modenese. il valore della droga è di circa 5 milioni di euro.
I contorni dell’operazione italo-albanese
La lunga attività investigativa ha visto procedere insieme le autorità italiane e albanesi. In particolare quelle di Bergamo e di Tirana, in sinergia con l’Europol e l’Eurojust (Agenzia per la cooperazione giudiziaria). L’esito dell’operazione è stato oltremodo importante, in quanto la multinazionale della droga era in grado non soltanto di mettere in commercio enormi quantità di stupefacenti, ma anche di produrli.
I membri dell’organizzazione criminale potevano contare su auto di grossa cilindrata con doppi fondi creati per trasportare droga e denaro. Le misure cautelari sono state emesse simultaneamente in Italia e Albania. Ancora sono in corso attività concentrate sul sequestro e la perquisizione di beni e risorse finanziarie.