Classe al freddo e una bambina che va in ipotermia mentre si trova a scuola: la denuncia dei sindacati dopo la triste vicenda. Cosa è accaduto.
I mesi più freddi dell’anno sono ormai arrivati praticamente in tutta Italia e adesso per molti diventa necessario coprirsi più del dovuto. Certo è che quando le temperature diventano così rigide è necessario che in un ambiente come la scuola, frequentato da bambini, docenti e altro personale incluso, si possa vivere tranquillamente.
Sta di fatto che una bambina sarebbe andata in ipotermia a causa di un guasto ai riscaldamenti, episodio non sporadico: i caloriferi non sarebbero mai stati riparati. mai riparati. Il termometro è vertiginosamente calato in queste ultime settimane, l’inverno è praticamente arrivato ovunque, ora però a subirne le conseguenze è stata una bambina.
Bambina in ipotermia a scuola, termosifoni rotti da tempo | La denuncia
Classi troppo fredde e la bambina di quinta elementare va in ipotermia. La vicenda è accaduta nella scuola “Emanuela Loi” che si trova nel quartiere Passo di Rigano, a Palermo. Inizialmente avrebbe iniziato a tremare e sentire una sensazione di intorpidimento alle gambe, poi la chiamata dei soccorsi che avrebbero trovato la piccola in ipotermia.
A parlare della vicenda ci ha pensato anche Fabio Cirino, segretario della Flc Cgil Palermo, che ha raccontato ulteriori dettagli sull’episodio della bambina finita in ospedale. “La preside aveva segnalato il problema dell’impianto di riscaldamento inutilizzabile ripetutamente e, addirittura, nemmeno i solleciti da parte della prefettura hanno consentito la risoluzione del problema“, ha ribadito Cirino.
La nota del sindacato
Sempre la Flc Cgil di Palermo ha ribadito la volontà di risolvere questa situazione d’emergenza, specialmente alla luce del malore subito dalla bambina che frequenta la quinta elementare. La visione del segretario Cirino va però oltre e si rivolge direttamente al responsabile del ministero dell’Istruzione.
“Il ministro Valditara parla di stipendi diversificati per gli insegnanti e di finanziamenti privati, ma il sistema di istruzione pubblico soffre già di disparità e di diseguaglianze inaccettabili. Non esistono livelli essenziali di prestazione e occorrerebbero parametri uniformi di prestazione, di strutture e dotazioni in tutto il Paese, che purtroppo non ci sono. Non possiamo più a lungo tollerare soluzioni che rischiano solo di far aumentare il gap esistente tra Sud e Nord“, ha concluso Cirino.