Dopo l’incredibile vicenda di un 15enne spinto sotto un treno da due coetanei, escono le immagini della dinamica riprese dalle telecamere della Stazione di Seregno. I responsabili sono stati arrestati.
Ieri ha fatto molto discutere il caso di un adolescente, prima fatto oggetto di rapina, ma dopo essersi ribellato spinto sotto un treno alla stazione di Seregno.
I carabinieri a la Polfer si sono subito messi alla ricerca dei responsabili, visionando i filmati del circuito di sorveglianza della stazione. Nel centro del mirino è finita una baby gang di cui si erano perse le tracce.
15enne spinto sotto un treno: i motivi del gesto
Stando a quanto si apprende il ragazzino sarebbe stato fatto bersaglio di molestie perché ritenuto “colpevole” di aver messaggiato con una ragazza contesa. Così sulla banchina della stazione di Seregno ha dovuto affrontare un 14enne e un 15enne come lui, finendo per essere spinto vicino le ruote di un treno in movimento. Individuati dalle forze dell’ordine, i due autori del gesto sono stati condotti in carcere. Ora dovranno difendersi da un’accusa di tentato omicidio. Il ragazzino è stato invece trasportato in ospedale, riportando solo lievi ferite.
Sfiorata la tragedia: le immagini che immortalano la spinta sotto il treno
Nelle immagini si vede la giovane vittima indossare una giacca bianca come uno dei suoi aggressori. Nel filmato viene circondata mentre attende il treno seduta su una panchina della stazione. Nel frangente in cui le carrozze si avvicinano, il 15enne viene importunato e spinto rischiando così di morire. Le scene utili agli inquirenti hanno ripreso tutta la sequenza acquisita agli atti. In proposito il procuratore per i Minorenni Circo Cascone ha commentato: “Purtroppo questi ragazzi ormai non sono più abituati a pensare, agiscono, credono di vivere in una canzone o in un film e perdono il contatto con la realtà”.
Il magistrato ha anche aggiunto: “Pensano di essere in un reality di poter risolvere una questione apparentemente banale, come la contesa di una ragazza, un contesto culturale – ha detto – che dovremmo aver superato, perché quella ragazzina è una persona e non un oggetto, con una spedizione punitiva”. Infine Cascone ha sottolineato l’indicenza dei modelli errati amplificati dai social, che spesso sono presi da esempio dalle giovani generazioni.
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