Sanremo 2023, la kermesse canora si avvicina e cominciano ad emergere anche dettagli sul risvolto economico: la Rai fa le cose in grande.
Sanremo 2023, comincia il conto alla rovescia per la manifestazione: la kermesse canora è uno degli appuntamenti più attesi in Italia. Senza contare che il Festival della Canzone Italiana è uno dei pochi eventi storici e internazionali del Paese. La manifestazione andrà, infatti, anche in Eurovisione. Ecco spiegata la scelta di determinati cantanti tra i big: Amadeus – in qualità di Direttore Artistico in quello che sarà il suo quarto anno di fila – sceglie 28 personalità di prima fascia.
Vecchio e nuovo insieme, classicità e avanguardia a braccetto in nome dell’internazionalità. Questo agli occhi degli altri, in Italia è già cominciato il toto-gossip: cercare di carpire qualche dettaglio in più su cosa attende i telespettatori. Il caso Madame tiene ancora banco, poi c’è la questione biglietti con i costi alle stelle: polemiche tra gli abbonati Rai. Persino gli addetti ai lavori si lamentano, a causa della troppa – secondo alcuni eccessiva – selezione rispetto alla stampa.
Addirittura c’è chi rende nota una situazione paradossale per poter lavorare: cronisti accampati ovunque senza un ordine preciso. I primi dettagli non depongono a favore della macchina organizzativa che comunque ha dei costi di tutto rispetto. Soldi degli abbonati che vengono investiti con l’aiuto degli sponsor: i media partner fanno a gara per essere all’Ariston. Una serie di accortezze che alimentano il product placement targato Rai con la collaborazione di Rai Cinema che agevola i contributi in Eurovisione. Senza contare l’apporto dei grandi stilisti, oltre che tutti i retroscena legati ai marchi – piccoli e grandi – presenti sul palco.
A proposito di palco, grandi interrogativi ogni anno li fornisce la scenografia: è la prima cosa che si nota. Il biglietto da visita di ogni edizione. Anche quest’anno non poteva essere diversamente: Amadeus rende nota la nuova composizione strutturale del Teatro Ariston nel corso della trasmissione di Fiorello (che ha affiancato il Direttore Artistico in tre occasioni della kermesse) Viva Raidue. Una novità assoluta per gli amanti dell’architettura: è stata costruita – come di consueto – da Gaetano e Maria Chiara Castelli.
A febbraio gli spettatori, in televisione e tra il pubblico, si troveranno al cospetto di una cupola illuminata con toni che spaziano tra l’azzurro e il verde. La storica scalinata sarà leggermente più corta e meno impegnativa per coloro che dovranno trovarsi a scendere i famosi gradini. Passaggio obbligato, per anni sinonimo di successo. Ora resta un cult. Risvolti epici tra storia e spettacolo che hanno il loro costo.
La scenografia, quest’anno, ha fatto spendere alla Rai (includendo le collaborazioni degli sponsor) dai 300mila ai 500mila euro. Per scenografia si intende non solo la parte centrale, bensì tutto l’allestimento del teatro. Nel complesso, contando anche le altre spese, i cachet dei singoli partecipanti (ospiti inclusi) e ricavi, più i rimborsi, si parla di circa 17,3 milioni di euro. Uno dei Festival più elaborati del passato recente.
Visto il successo crescente delle ultime stagioni, non poteva essere altrimenti. Amadeus, quest’anno, avrà un ostacolo in più: Mediaset non interromperà la regolare programmazione in occasione del Festival, rotta la legge non scritta di non belligeranza tra le varie reti per la manifestazione nella Città dei Fiori. La battaglia per lo Share sarà ancora più agguerrita. Anche il rapporto qualità prezzo ha la sua rilevanza.
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