Fanno ancora notizia gli scontri fra ultrà rivali che hanno avuto luogo a Pagani domenica scorsa. A fornire ulteriori dettagli è un supporter della Casertana. Il racconto del giovane restituisce l’immagine di un agguato di incredibili proporzioni.
Una vera e propria guerriglia urbana ha atteso a Pagani i tifosi ospiti giunti in città per seguire la propria squadra. A precedere il match tra Paganese e Casertana, si sono registrati scontri a colpi di mazza e spranghe tra ultrà di opposta fede calcistica.
L’episodio ha causato anche la distruzione del pullman dei tifosi della Casertana, andato letteralmente in fumo per un incendio. Per contrastare la furia dei supporter, le forze dell’ordine hanno schierato reparti antisommossa e numerosi militari dell’Arma. Fa riflettere in proposito la testimonianza resa oggi da un tifoso ospite.
A dare la sua versione sulle scene concitate vissute ieri nel corso dei tafferugli tra le due tifoserie, ci pensa un testimone oculare. Il ragazzo, sostenitore della Casertana, va dritto al punto e rievoca i momenti disperati al limite della guerriglia: “Eravamo in trappola, contro di noi anche i residenti”. Dando l’immagine delle proporzioni della vicenda, il tifoso rossoblù continua dicendo: “Dalle case hanno lanciato piatti, coltelli, bicchieri. Un furgone ha tentato di investirci”. Quello che narra il sopravvissuto agli scontri è davvero inimmaginabile. Poi si sofferma sull’ amore per la maglia quale spinta per correre tutti questi rischi.
Il derby tutto campano valido per il girone G di Serie D ha visto confrontarsi in campo Paganese e Casertana. “Se vincevano si riaprivano i giochi per la corsa alla serie C e per me contava solo quello”, prosegue D.F. . Il 18enne aggiunge pure che “dopo tanti anni, ci era stato consentito di tornare a Pagani in trasferta”. Tutti sapevano però della pericolosità della sfida e del fatto che andare in casa dei rivali avrebbe potuto far precipitare la situazione. E infatti, alla luce dei precedenti, la gara era stata classificata come “a rischio”.
Gli ospiti sono stati accolti con spranghe, bastoni, molotov e bengala. Il loro bus ha preso fuoco riducendosi un cumulo di lamiere bruciate. Una situazione che ha richiesto il pronto intervento delle squadre antisommossa dei Carabinieri e l’apertura di approfondite indagini da parte della polizia. In questo senso ha assicurato ogni sforzo il capo della Polizia, Lamberto Giannini. Le forze dell’ordine stanno passando al vaglio tutte le immagini raccolte. A scortare a Pagani i due bus di tifosi ospiti erano solo due vetture dei carabinieri. Un episodio, questo, che ha suscitato brutti presagi nel tifoso 18enne. E comunque la presenza delle due, poi diventate tre auto, dei militari evidentemente non ha impensierito gli ultrà locali.
“Io ero nel bus di dietro, quello dei Boys. Davanti a noi c’erano i Fedayn Bronx ed è stato davanti al loro pullman che sono cominciati lanci di pietre, fumogeni, anche di bombe carta”, narra ancora sconvolto D. F. . “Noi abbiamo sentito delle esplosioni all’improvviso e ci siamo accorti che accadeva davanti”. Quindi l’autista preso dal panico e i tifosi rimasti intrappolati dentro il mezzo, le cui porte sono state sfondate nel tentativo di non restarvi intrappolati sotto il tiro dei rivali. Infine il contatto tra le due tifoserie: “Volevamo solo difenderci”, sostiene il ragazzo. Nel fuggi fuggi generale, ma con la ferma intenzione di raggiungere lo stadio, i tifosi casertani sono stati presi ancora di mira anche con lanci di stoviglie e con auto che piombavano a velocità su di loro.
Finita la partita, in cui la Casertana è stata sconfitta per 2 a 1, i tifosi ospiti hanno fatto rientro a casa non senza difficoltà. Sulle prime è stato arduo trovate società intente a garantire il trasporto. Ma una volta individuato il pullman, stavolta gli è stata data una scorta adeguata in direzione Caserta. Sono tutti concordi col dire che si è sfiorata la tragedia e solo per un miracolo non c’è scappato il morto.
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