E’ conto alla rovescia per tutti gli automobilisti in vista dello sciopero dei benzinai contro il decreto Trasparenza. La serrata è prevista per il 25 e 26 gennaio prossimi, ma all’ultimo minuto potrebbe esserci anche un dietrofront.
Al momento non ci sarebbe nessuna speranza di annullare lo sciopero. La levata di scudi è stata confermata dalla categoria dei benzinai come forma di protesta contro il decreto trasparenza del Governo Meloni. A cominciare dalle 19:00 del 25 gennaio le pompe saranno chiuse su tutta la rete ordinaria.
Non solo, dalle 22:00 dello stesso giorno la stessa sorte toccherà anche ai distributori della rete autostradale e a quelli automatici. Una situazione che a sentire i gestori delle stazioni di servizio si potrebbe revocare anche all’ultimo istante.
Sciopero benzinai: giorni e orari
Il Governo ha tentato di congelare lo sciopero facendo intervenire il ministro Urso con un appello rivolto a tutta la categoria del settore. Il blocco dell’attività costituirebbe un ulteriore colpo alla già fragile situazione economica del sistema Paese. “Revocate lo sciopero, è solo un danno per i cittadini”, ha detto Adolfo Urso, titolare del ministero delle Imprese e del Made in Italy. La risposta delle associazioni è stata però quella di rispedire al mittente l’invito: “le dichiarazioni del ministro sono l’ennesima dimostrazione della confusione in cui si muove il Governo in questa vicenda”.
I rapporti tesi tra le realtà del settore e l’Esecutivo vertono in gran parte sui doveri dei gestori di esporre i prezzi medi regionali per non incorrere in salatissime sanzioni. Pertanto resta lo sciopero ridotto da 60 a 48 ore, con inizio il 24 gennaio prossimo alle ore 19:00. La due giorni di chiusura delle pompe durerà fino al 26 gennaio. C’è da precisare, però, che sulla rete autostradale lo sciopero partirà alle ore 22, e riguarderà anche i distributori in modalità self service. Per garantire il minimo del servizio, sarà fatta salva l’apertura di alcune stazioni su base provinciale. Inoltre nelle zone urbane ed extraurbane si farà di tutto per mantenere aperte le pompe del numero pari al 50% di quelle previste nei giorni festivi. Sulle autostrade le regioni dovranno individuare le aree di servizio attive e che non siano distanti l’una dall’altra per un tragitto superiore a 100 chilometri.
Possibile una revoca della serrata
Le principali sigle sindacali a cominciare da Faib e continuando per Fegica e Figisc/Anisa hanno messo nero su bianco le ragioni della dura presa di posizione contro il Governo. “Per protestare contro la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria – sostengono le organizzazioni promotrici dello sciopero – e gli inefficaci provvedimenti del governo che continuano a penalizzare solo i gestori senza tutelare i consumatori”.
Infine nel comunicato si legge: “Per scongiurare nuovi aumenti del prezzo dei carburanti”. Stando a quanto si apprende viene fatta salva l’ipotesi che lo sciopero possa essere revocato in caso di marcia indietro dell’Esecutivo. Su tutte le furie i consumatori, che già pagano caro il rifornimento alla pompa. Assoutenti ha fatto sapere che è pronto un contro-sciopero di autotrasportatori e consumatori.
Il Governo difende il provvedimento: “non si torna indietro”
A difendere il decreto Trasparenza è la premier in persona. Giorgia Meloni ha blindato il provvedimento dicendo che “non si torna indietro”. La leader di FdI ha affermato: “Li abbiamo convocati guià due volte, il governo non ha mai immaginato provvedimenti per additare la categoria dei benzinai ma per riconoscere il valore dei tanti onesti”.
Ancora la prima Presidente del Consiglio donna ha aggiunto: “Poi la media del prezzo non diceva che erano alle stelle. Sono state molto poche le speculazioni. Ma non potevamo tornare indietro su un provvedimento che è giusto, pubblicare il prezzo medio è di buon senso”. In conclusione Meloni mette la parola fine sulle polemiche: “[…] Nessuno vuole colpire la categoria”.