Juventus, l’inchiesta plusvalenze fa tremare i bianconeri: la situazione non è semplice. Come funziona il ricorso al CONI.
Il momento di essere uomini. Lo ripete più volte Allegri in conferenza stampa prima della partita con l’Atalanta, ma anche dopo il pareggio (3-3 con pioggia di gol) non si rassegna: “Ho rifatto i conti per la Champions, bisogna solo mettersi a lavorare”. Lavora la Juventus dopo la stangata che potrebbe cambiarne il campionato e il destino: 15 punti in meno in classifica per via delle plusvalenze fittizie che tengono banco rispetto ai bilanci e non solo.
C’è chi definisce questo iter processuale una iniquità: non mancano le polemiche da parte di ex giocatori e dirigenti, ma questa non è una crociata soltanto contro la Juve. Va capito – e le inchieste sono in corso – se il “metodo Paratici” – così denominato in sede legale – è uso comune nel mondo del calcio e fino a che punto.
Una serie di domande ancora in sospeso che viaggiano – tra le altre cose – da Torino a Napoli, perchè nello studio legale dell’avvocato Restano (sotto la Mole) spunta la carta Ronaldo – su cui ancora si dibatte riguardo la validità probante – mentre dalle parti del Vesuvio emergono intercettazioni interessanti sul caso Osimhen.
Secondo le indiscrezioni riportate da Calciomercato.it, De Laurentiis sarebbe tranquillo: “Non sarebbero presenti – si legge – elementi di illiceità finanziaria”. Il passaggio del campione dal Lille ai partenopei, dunque, non presenterebbe irregolarità tali da procedere a penalizzazioni. Discorso diverso per la Juventus: agli azzurri resta la presunzione d’innocenza, mentre ai bianconeri tocca il ricorso al CONI.
L’unica strada percorribile al momento è quella che porta al Collegio di Garanzia dello Sport: nella fattispecie non sarà possibile evitare la penalità ai bianconeri – i 15 punti in meno restano – ma si può (e si dovrà) controllare la presenza di eventuali vizi di forma. Una prima strada percorribile per cercare di difendersi dalla sequela di contingenze che vogliono anche la ricerca obbligata di un nuovo Direttore Sportivo.
L’inibizione di Cherubini, unico appartenente alla “vecchia guardia” bianconera (le dimissioni di Agnelli, Nedved e Paratici hanno evitato il peggio a livello societario), è acclarata: 16 mesi fuori e la necessità di cercare un’altra figura. Ora va capito se cercare la risorsa internamente o guardare altrove. Le tempistiche sono chiare: entro dieci giorni la Federazione Italiana Giuoco Calcio fornirà le motivazioni ufficiali dei provvedimenti emessi. La possibilità per la Juventus è quella di presentare ricorso.
I punti di penalizzazione possono essere tolti o confermati: non sono previste riduzioni o modifiche in corso. Qualora dovesse essere respinto il ricorso, l’ultima istanza bianconera è l’approdo al Tribunale Amministrativo del Lazio e al Consiglio di Stato. Navigare a vista, per cercare di fare il massimo – in campo e fuori – è la parola d’ordine: “Non avere rimpianti”, ha detto Allegri. In attesa di uno scatto temporale di qualche mese, tempi in cui l’orizzonte Juve può rinascere o soccombere. Nel frattempo tanto lavoro e poche certezze, tra cui la vicinanza dei tifosi, ma per uscire da questo pantano serve altro.
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