Le indagini proseguono senza sosta. Vanno avanti le perquisizioni dei carabinieri a Campobello di Mazara, vanno avanti anche le “scoperte” dei magistrati. Trovata l’auto del boss. Ed ora attraverso il proprio legale parla anche la figlia di Messina Denaro, Lorenza Alagna.
A quasi una settima dall’epocale arresto di Matteo Messina Denaro, le indagini proseguono senza un istante di tregua. Le forze dell’ordine piantonano costantemente quelle strade e stradine dove a Campobello di Mazara nel trapanese si nascondeva protetto dalla comunità, il capo mafioso latitante per 30 anni.
I magistrati compiono notevoli passi avanti anche nella ricostruzione delle connivenze, che nel comune siciliano da 11 mila abitanti, hanno consentito al boss di vivere indisturbato.
Messina Denaro, trovata e perquisita la sua auto intestata al figlio del suo autista Giovanni Luppino
Al quotidiano il Messaggero in maniera assolutamente anonima ha raccontato tutta la sua paura l’uomo che ha consentito di arrivare al primo covo di Messina Denaro “Era una questione di coscienza, non potevo fare finta di niente. Era il mio dovere, non voglio passare per eroe, ma non voglio neppure che si sappia chi sono”. Ha raccontato, nella paura, all’inviato del quotidiano romano, il super testimone. Intanto proprio sul fronte investigativo, importante passo in avanti con il ritrovamento dell’auto del boss: si tratta di una Giulietta nera che era in un garage del figlio di Giovanni Luppino, l’imprenditoree incensurato che accompagno Messina Denaro alla clinica di Palermo e che è stato poi arrestato
Agli inquirenti Luppino ha raccontato di non aver saputo, fino al giorno del blitz, chi fosse il suo “passeggero” che, prima di allora, aveva visto solo una volta alcuni mesi fa. “Mi era stato presentato come Francesco e domenica sera mi ha chiesto di accompagnarlo dicendomi che doveva fare delle cure per il cancro”, si è difeso. Una ricostruzione che i pm hanno ritenuto e ritengono totalmente falsa. La Giulietta è stata perquisita dalla polizia su disposizione del procuratore aggiunto Paolo Guido. All’interno non sarebbero stati trovati documenti o materiale rilevante, né sarebbe stato trovato un gps utile a ricostruire gli spostamenti del capomafia.
Sempre secondo gli investigatori, ad acquistare la Giulietta sarebbe stato Messina Denaro in persona. I fatti sarebbero accaduti nel gennaio del 2022, quando il capo mafia si sarebbe recato in un a concessionaria di Palermo e avrebbe dato in permuta una Fiat 500 e poi avrebbe pagato 10mila euro in contanti. Il contratto di acquisto e la permuta sono intestate ad una donna anziana disabile, madre di Andrea Bonafede. L’uomo di cui Messina Denaro ha preso l’identità, o meglio l’uomo che consapevolmente ha prestato la propria identità al capo mafioso.
Messina Denaro, parla la figlia Lorenza attraverso il suo avvocato “Padre mai rinnegato”
E tra i tanti elementi da sottolineare in questi 6 giorni pieni di notizie, dati e informazioni arrivate per via ufficiale o ufficiosa, vanno riportate pure le parole di Lorenza Alagna, figlia del boss che attraverso il proprio legale, a dispetto di tutte le ricostruzioni riportate dalla stampa, ha voluto far sapere “La sfera del rapporto padre-figlia è intangibile e insindacabile, e, come tale, deve rimanere rigorosamente riservata – ha detto il legale – Non possono, pertanto, tollerarsi indebite intromissioni nella sfera di questi rapporti, le cui dinamiche devono restare estranee alle cronache ed alle critiche da parte di giornalisti, sociologi, opinionisti, mass-mediologi e di tutte quelle figure che, a vario titolo, dispensano sapere e giudizi sui mass-media. Ogni ulteriore intervento sul punto dovrà ritenersi indesiderato, inopportuno e fonte di sicuro turbamento per Lorenza”.
Le dichiarazioni dell’avvocato sono state riportate anche dal Fanpage. Il legale ha poi chiosato,” Lorenza Alagna vuole rivendicare la incontestabilità e legittimità di ogni scelta personale e intima attinente alla sfera dei rapporti con il padre mai rinnegato“.