Le sorprese del boss, le piccoli abitudini di Messina Denaro, le consuetudini del boss per eccellenza nascoste nel primo covo trovato e setacciato dai Ross: dal poster del Padrino, ai diari e appunti
I carabinieri pattugliano, bloccano accessi, piantonano ininterrottamente quel crocevia di strade a Campobello di Mazara, comune nel trapanese di 11mila anime, in cui si “nascondeva” il boss per eccellenza Matteo Messina Denaro, catturato alla clinica La Maddalena di Palermo lo scorso 16 gennaio.
Le cronache italiane da quel giorno descrivono, raccontano, indagano esattamente come forze dell’ordine e magistrati, la vita e le infinite connivenze del capo mafioso, oggi detenuto al 41bis all’Aquila.
Salvo Palazzolo noto cronista italiano, oggi sulle pagine di Repubblica, ci porta dentro quel covo, il primo rinvenuto dagli uomini dell’Arma in questi giorni. Ci racconta le possibili abitudini dell’uomo ricercato per 30 anni. Palazzolo scrive e immagina l’ex super latitante camminare nel salotto della casa davanti a quel poster: Marlon Brando nell’indimenticato ruolo del Padrino. Dal salotto all’altra stanza dove Messina Denaro sarebbe stato solito sedersi alla scrivania. Il boss era preciso, puntuale, meticoloso. Annotava su un diario personale anche i fatti e i commenti alle vicende politiche italiane.
Sarebbe stato trovato poi anche un altro taccuino. Qui Denaro riportava i conti: entrate ed uscite, perchè per condurre la bella vita che amava fare (sempre senza essere mai notato) aveva bisogno per sè di almeno 10mila euro al mese. Il capo mafioso amava mangiare bene nei ristoranti del trapanese e vestire meglio. Si muoveva da un covo all’altro, da un edificio all’altro. Solo 450 metri infatti distano le due case messe sotto sequestro, poi e spuntata anche la terza, l’una dall’altra. I poliziotti hanno inoltre perquisito un appartamento al primo piano di una palazzina gialla, in via San Giovanni 260; accanto abitava Giovanni Luppino, l’autista del superlatitante, arrestato pure lui lunedì.
In questo appartamento Messina Denaro sempre sotto l’identità di Andrea Bonafede, sarebbe arrivato nel 2019. La casa è vuota, ma deve essere ispezionata meglio. Potrebbero venire fuori stanze segrete. In linea con la tradizione mafiosa. In linea con quanto scoperto ll’ abitazione di via Maggiore Toselli, dove gli uomini della Guardia di finanza lo scorso mercoledì hanno trovato una stanza segreta appunto. Dentro circa una quarantina di pezzi. Valore stimato approssimativo, un milione di euro. Il boss insomma viveva sicuro a Campobello di Mazara. La vita “normale” che conduceva lo dimostra. Una rete intricata di persone lo proteggeva: la borghesia mafiosa si è detto durante la conferenza stampa che ha illustrato i dettagli della sua cattura.
In quel primo covo Messina Denaro non annotava solo di entrate e uscite. Sono stati infatti trovati fogli che potrebbero celare passaggi davvero importanti dietro le sigle che ora vanno decifrate. Potrebbero essere codici? Numeri di conti correnti? Anche in questo caso nulla sarebbe strano. I veri padrini lo hanno sempre fatto. Intanto dopo avere convalidato l’arresto di lunedì di Messina Denaro, il gip di Palermo Fabio Pilato ha appena emesso l’ordinanza di custodia cautelare per Giovanni Luppino, 59 anni, l’autista del boss mafioso L’uomo, un commerciante di olive, era stato fermato insieme a Messina Denaro alla clinica di Palermo.
Giovanni Luppino aveva in tasca, oltre a due telefoni cellulari in modalità aerea, anche dei “pizzini”, “una lunghissima serie di biglietti e fogli manoscritti con numeri di telefoni, nominativi e appunti di vario genere, dal contenuto oscuro e di estremo interesse investigativo”. A scriverlo, come apprende l’Adnkronos, è il gip di Palermo Fabio Pilato nella ordinanza di custodia cautelare a carico dell’autista.
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