Bufera Juventus, i bianconeri sono al bivio: l’inchiesta plusvalenze alla svolta. Agnelli e Paratici i più coinvolti: gli sviluppi.
Un campo minato: la Juventus è nel mezzo. La possibilità di muoversi è relativa, occorre solo saper incassare. Almeno per il momento. La società ha tre inchieste in essere che potrebbero cambiare il destino sportivo e giudiziario del club. Lo sguardo, naturalmente, è rivolto al passato ma i guai potrebbero riguardare il presente.
Nulla a che vedere, per adesso, con la presunta validità della carta Ronaldo emersa nei giorni scorsi. Ora s’indaga su altro, precisamente sulle plusvalenze di mercato gonfiate che i bianconeri avrebbero portato avanti negli anni scorsi. Fattore che avrebbe alterato anche il bilancio. Non solo stipendi gonfiati, dunque, ma l’imprevedibilità del campo minato è proprio questa. Appena ci si muove potrebbe scoppiare altro.
Juventus, inchiesta plusvalenze alla svolta: le richieste della Corte Federale
A mettere benzina sul fuoco è il Procuratore Chinè che alla riapertura del filone plusvalenze, presso la Corte Federale d’Appello, ha chiesto 9 punti di penalizzazione alla Juventus e le altre squadre coinvolte. “Tesoretto” necessario per non entrare nelle coppe europee. Strada sbarrata.
Poi arriva la Giustizia Penale che chiede, sempre attraverso l’intercessione di Chinè, l’inibizione di 20 mesi per Paratici, 16 per Agnelli, 12 per Nedved, Garimberti e Arrivabene. Una Caporetto bianconera, ma non è finita. Il Procuratore Giuseppe Chinè asserisce che “secondo gli elementi di prova analizzati, potrebbe esserci riscontro oggettivo nella sussistenza degli illeciti”.
Agnelli, Paratici e i club coinvolti
Il campo delle ipotesi, dunque, potrebbe essere valido ancora per poco. A rischio anche Cherubini, attuale DS della Juve, chiesti 10 mesi di inibizione. Fattore determinante la lettura delle carte inerenti all’inchiesta Prisma che coinvolge la Juventus su più fronti. Per quanto riguarda le plusvalenze a rischio anche Samp, Empoli, Genoa, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e il vecchio Novara e 52 dirigenti, secondo quanto si apprende sulla Gazzetta dello Sport.
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L’indagine prosegue e siamo ancora nel campo delle richieste, ma se il materiale raccolto dovesse ulteriormente avallare le supposizioni allora la Juventus non avrebbe altra soluzione se non quella di alzare bandiera bianca. Aver cambiato recentemente il CDA non la salverebbe da eventuali conseguenze, anche piuttosto gravi. In ballo anche la questione della regolarità delle licenze UEFA, per questo la FIGC lavora in maniera congiunta aspettando le mosse della Giustizia Ordinaria. Quella sportiva può solo adeguarsi, il problema per la Vecchia Signora rischia di essere duplice.