I colloqui con il Procuratore capo di Palermo, le parole sulla sua malattia e la preparazione alle cure in carcere. Cosa ha fatto Matteo Messina Denaro nei primissimi giorni di detenzione all’Aquila
Le indagini sono solo all’inizio, soltanto poco meno di 24 ore fa è stato ritrovato e perquisito anche il secondo covo di Matteo Messina Denaro. C’ è tutta una rete di persone, contatti, operazioni da investigare.
Dettagli, alcuni filtrano, ma trenta anni di super latitanza non si possono svelare con lo schioccare delle dita, le connivenze sono davvero tante. Troppe. E poi occorre capire se il boss di Cosa Nostra collaborerà. Sembra altamente improbabile, se non impossibile.
Intanto è possibile conoscere qualche elemento sulla sua detenzione al 41bis nel carcere dell’Aquila dove è arrivato all’indomani della cattura. Le prime abitudini, le prime parole, l’iter delle cure alle quali verrà sottoposto, il primo colloquio con il Procuratore capo di Palermo. Vita “normale” di un detenuto, che però di normale nella sua esistenza non ha avuto e fatto nulla. Come sono trascorsi dunque questi giorni successivi all’arresto? Cosa fa Matteo Messina Denaro nella sua cella? Come ha accolto il carcere duro? Cosa ha detto? Quali sono le abitudini assunte?
Quando l’ex super latitante è arrivato all’Aquila indossava ancora gli abiti che aveva al momento della cattura e allora come riporta oggi il quotidiano il Messaggero, il cappellano del penitenziario gli ha messo a disposizione della biancheria nuova e ovviamente pulita. Denaro è apparso in forma, nonostante si sappia della sua grave malattia. Fisico depilato e asciutto. In isolamento controllato ovviamente, secondo quanto ha appreso l’agenzia di stampa AdnKronos, il capo mafioso è rimasto a letto senza neanche accendere mai la televisione. Ogni giorno ritira il suo fornello e il cibo da preparare. Non ha la cucina in stanza. Ha diritto ad un solo colloquio al mese, ma pare che sia riuscito, Messina Denaro, ad ovviare a questa regola. Avendo nominato come suo legale la nipote Lorenza, potrà parlare con lei, nelle vesti di parente e avvocato insieme, più volte nello stesso mese.
Il comportamento de “U Siccu” da alcune fonti interne al carcere, come scritto sempre su il Messaggero, viene definito anomalo se confrontato con gli altri detenuti al 41bis: è attivo, cordiale. Ma quello che in queste ore interessa di più è l’iter per le cure del tumore al colon. I primi controlli medici sono stati effettuati. Il professor Luciano Mutti, primario del reparto di oncologia a gestione universitaria dell’ospedale San Salvatore, lo ha già visitato almeno una volta, per un’ora. L’ ipotesi che Messina Denaro possa essere curato fuori dal carcere dell’Aquila appare remota, anche per motivi inerenti la sicurezza. Una stanza, nell’ala di massima sicurezza del supercarcere sarà infatti pronta da oggi: una poltrona, una pompa a infusione per somministrare i farmaci, un defibrillatore. Materiale che l’azienda sanitaria del capoluogo ha finito di trasportare ieri dopo giorni frenetici con automediche e ambulanze.
Del cancro, del tumore che lo affligge Denaro avrebbe parlato in carcere “Quando l’ho scoperta, nel 2020, sono rimasto sorpreso – avrebbe raccontato ieri, come riferito da alcune fonti interne e riportato questa mattina sul quotidiano romano- Anche perché mi sono tenuto sempre in forma, allenandomi e correndo per cinque chilometri al giorno”. Ma la domanda delle domande, il mistero più fitto, il nodo più stretto da sciogliere è uno: il boss collaborerà con la giustizia? Dicono sia impossibile. Ieri intanto il capo di Cosa Nostra ha avuto anche un breve colloquio con il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia. “È durato qualche minuto, gli ho spiegato che è nelle mani dello Stato e gli ho detto che avrà piena assistenza medica. Lui ha ringraziato“, ha fatto sapere lo stesso De Lucia.
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