Rita Dalla Chiesa si scaglia contro la Rai. Il motivo è la fiction “Il nostro Generale” sulla parabola di Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Rita Dalla Chiesa non ci sta. La celebre conduttrice e politica, appurata la cattura di Matteo Messina Denaro, chiede di andare avanti nelle indagini. La donna non può che celebrare l’assicurazione alle patrie galere del boss come una vittoria dello Stato, ma non dev’essere l’unica – ha spiegato – un pensiero, naturalmente, a suo padre. Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che per primo ha istituito un vero e proprio metodo d’indagine nei confronti del terrorismo.
L’Italia delle stragi e della mafia si è rialzata anche nel suo nome, non è l’unico, certo, ma neppure uno dei tanti. Motivo per cui, nel giorno della cattura di Matteo Messina Denaro, va in onda la fortunata fiction “Il nostro Generale” con Sergio Castellitto nei panni di Dalla Chiesa.
Il successo è innegabile. Prodotto che piace ed è utile anche ai più giovani per rintracciare un certo tipo di suggestioni e storia che in molti non hanno potuto vivere per questioni anagrafiche. Tutti gli altri ripassano e si emozionano pensando a una vita spesa per la Giustizia, come quella del compianto Generale e di tanti suoi colleghi che, attualmente, vigilano da altri luoghi. Vicini al cuore di chi li ama.
A proposito di affetto, Rita Dalla Chiesa ne ha ben poco per la Rai: l’intemerata arriva a mezzo social proprio durante la fiction. La critica della donna è pungente: riguarda la troppa pubblicità sulla rete ammiraglia. Nei programmi di punta l’azienda è solita agire così: la pubblicità è l’anima del commercio. Non a tutti piace questo assunto, lo fa notare Rita Dalla Chiesa che scrive: “Dovrebbe esserci un minimo di deontologia ed evitare di interrompere così bruscamente delle emozioni. Senza parole”.
Il motivo è l’eccessiva reiterazione di telepromozioni e spot durante la fiction sul padre. Nessuno – secondo Dalla Chiesa – arriva a godersi nulla. Evidentemente per lei questo prodotto è una finestra sui ricordi e vorrebbe che non fosse scalfita da null’altro. Le logiche televisive, purtroppo, non seguono quelle del cuore. Accettarlo, spesso, è più difficile che capirlo. Rita Dalla Chiesa potrà vivere il proprio passato senza bisogno del tasto play. Per tutti gli altri l’attesa servirà, nel caso, ad alimentare curiosità. “Il nostro Generale” resta un successo a metà, tra commozione e risentimento per qualcosa che hanno interrotto troppo presto. Ma la pubblicità c’entra solo in parte.
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