Sanità italiana nel caos. Personale troppo anziano e reparti affidati a medici senza esperienza. L’intervento dei Nas ha portato a galla uno scenario critico con numeri davvero sconcertanti.
La situazione negli ospedali italiani è sempre più disperata, soprattutto nei pronto soccorso. Si assiste impotenti ad una implementazione fuori controllo dei turni, frutto anche di una politica miope e che da anni sottovaluta il problema.
Continuando così si rischia la paralisi del sistema, aggravato dall’assenza di regole, di personale qualificato e dall’aumento esponenziale dei gettonisti. Una Italia che presenta delle differenze geografiche sul fenomeno, risultando al Nord ormai cronicizzato.
Le indagini dei Nas hanno svelato uno squarcio davvero drammatico all’interno del sistema sanitario nazionale. A fare da padroni sono le cooperative, divenute ormai l’interlocutore principale degli ospedali. Sono loro a fornire personale medico e infermieristico, in grado di sopperire ai buchi di organico, ma con la conseguenza di introdurre gettonisti e far aumentare le ore dei turni fino a soglie ampiamente superate.
Della vicenda se n’è anche occupata Milena Gabanelli sul Corriere della Sera. Una fotografia, quella scattata sullo stato dell’arte della sanità nazionale, da cui risaltano neolaureati, pensionati e liberi professionisti ad espletare turni, sovente di 12 ore, il fine settimana o nei giorni festivi. A preoccupare sono i dati riguardati il Nord Italia, dove nelle principali regioni i turni superano nel 2022 quota 100 mila. In sofferenza perlopiù il pronto soccorso e i reparti di ostetricia e Pediatria. Grave anche la carenza di personale altamente specializzato.
Crisi della Sanità: le responsabilità della politica
Stando a quanto si apprende le maggiori responsabilità sarebbero da addebitare a scelte politiche inadeguate e superficiali. Le indagini dei Nas rappresentano la cartina di tornasole di quanto fin qui sottolineato. Sui controlli effettuati su un campione di 1.525 medici delle cooperative, sono stati riscontrati scenari allarmanti. Molti dottori impiegati non hanno una specializzazione per affrontare i parti cesarei, mentre altri non hanno esperienza.
Non è migliore la situazione per la Medicina d’urgenza, dove medici 70enni, o dipendenti di altre strutture ospedaliere, svolgono di nascosto doppi turni con la cooperativa. I tagli alla Sanità hanno inciso nella carne vive di un sistema ormai dato in appalto e che una volta rappresentava un vanto a livello mondiale.
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