Nuovo Codice della Strada, svolta sul divieto di sosta: cosa cambia con le nuove regole. È possibile contestare l’infrazione.
Il nuovo Codice della Strada si presta a cambiamenti all’ordine del giorno da introiettare per comprendere come evolvere alla guida. I fondamentali rimangono, si aggiornano alcuni aspetti che potrebbero agevolare la circolazione e favorire uno scambio equo anche sull’asfalto dove, in tempi in cui purtroppo regna il reato di omicidio stradale, occorre essere attenti a tutto.
Persino un parcheggio sbagliato può essere fonte di conseguenze penali o danni non indifferenti. Dipende dalla situazione, ma occorre sempre prestare maggiore attenzione quando si è alla guida. In ballo non c’è solo l’incolumità dell’autista, ma anche di chi circola insieme a lui. Dentro e fuori il veicolo o il ciclomotore. Non siamo soli, un nostro gesto avventato potrebbe cambiare la vita di molti. A proposito di cambiamenti, la norma presenta novità importanti legate ai divieti di sosta.
L’impossibilità di fermarsi in prossimità di determinati luoghi o zone, questo è quanto merge dagli aggiornamenti tra Ministero dei Trasporti e ACI che hanno contribuito alla messa a punto di nuove regole da tener presenti. Le multe per divieto di sosta – in prossimità di parcheggi con le strisce blu – possono essere contestate solo in un caso. Il divieto di parcheggio in concomitanza di posti riservati cessa in prossimità di determinate strade, infatti il Comune di riferimento o l’Amministrazione in questione deve garantire altrettanti posti disponibili in maniera gratuita.
In mancanza di questi, l’automobilista può sostare con il proprio veicolo in un posto designato con le strisce blu. Non solo può e deve essere fatto ricorso, ma prima il Giudice di Pace e poi il Tribunale provvederanno a stralciare la sanzione. Il ricorso per le contravvenzioni è possibile richiederlo entro e non oltre un mese e mezzo dalla multa ricevuta. Altrimenti c’è il rischio di mora per mancato pagamento (sempre e solo in caso di ricorso non pervenuto o qualora la pratica di respingimento non venga accolta). In tal caso, però, gli estremi per lo stralcio ci sono tutti e, in caso di mancato ricorso, è possibile richiedere risarcimento e danni morali.
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