L’uccisione di Martina Scialdone ha destato molto sgomento nell’opinione pubblica, ma quel che è peggio è che il suo killer aveva già aggredito un’altra persona. Si trattava anche in quel caso di una ex fidanzata. Nonostante tutto l’assassino poteva ancora disporre nella sua abitazione di un arsenale di fuoco.
La povera Martina non è stata la prima a dover affrontare la carica di violenza di Costantino Bonaiuti. L’uomo che ha messo fine alla sua vita, dieci anni fa aggredì una donna con cui ebbe una relazione. Ma c’è di più: i servizi sociali della Capitale ne erano a conoscenza.
Nei documenti redatti a proposito dell’episodio, Bonaiuti veniva descritto come un individuo incapace di controllarsi. Facile a scatti d’ira con la tendenza ad assalire verbalmente gli interlocutori.
Il killer di Martina Scialdone era stato già segnalato
Malgrado Costantino Bonaiuti fosse conosciuto ai pubblici uffici per la sua indole, l’uomo ha potuto detenere indisturbato armi da fuoco presso la sua abitazione. Parliamo di 2 fucili e addirittura 4 pistole. La sua posizione con la legge era del tutto regolare. L’ingegnere aveva un porto d’armi per sport e caccia. Maricetta Tirrito di Unadonna spiega che “Decine di segnalazioni come questa su Bonaiuti arrivano ogni settimana ai nostri sportelli. E’ incomprensibile – continua – come possa accadere che una persona notoriamente irascibile e già segnalata abbia potuto detenere così tante armi in casa”. E ancora: “Sono già tre le donne uccise in questi primi giorni del 2013, nessuno è immune dalla violenza”.
La vicenda assume tratti ancora più inquietanti, se si pensa che la Federazione italiana di tiro sportivo ha reso noto come Bonaiuti sia stato il miglio tiratore del Lazio. Di recente l’uomo aveva avuto un battibecco con un vicino di casa per la sua guida “spericolata” all’interno del garage del condominio. “Lui mi ha risposto dicendo che faccio quel che c…o mi pare”, ha raccontato l’aggredito. Sta dunque sollevando un dibattito il fatto che un individuo così possa aver conservato delle armi per poi usarne una contro la sua ex. Una scena drammatica, quella della morte di Martina, che resterà per sempre impressa nella memoria del fratello Lorenzo. “Le ha sparato davanti a me. L’ho abbracciato e mi sono sentito morire con lei”, ha rivelato il giovane.
La testimonianza di Lorenzo sulla morte della sorella
Lorenzo ricostruisce con grande dolore le fasi cruciali di quella sera, quando Martina lo ha chiama pregandolo di andare a prenderla al ristorante. L’avvocatessa aveva litigato con Bonaiuti ed era anche corsa a chiudersi in bagno. L’uomo non aveva accettato la fine della relazione e si era poi dileguato, così come ha confermato il personale del locale. Il racconto di Lorenzo tocca il punto della gelosia dell’assassino. “Martina frequentava da un po’ Francesco, Costantino si era insospettito, li aveva scoperti, e lei stava tentando si metterlo di fronte alla realtà”. Poi quella telefonata alle 23: “Per favore mi puoi venire a prendere? C’è un problema. Sono qui al Brado”. Poco dopo il dietrofront: Martina lo invita a non andare; che sarebbe tornata da sola.
Ma ignorando il ripensamento della 35enne, al suo arrivo Lorenzo vede la sorella discutere con il 61enne. L’uomo è in preda all’ira e incalza la giovane. Stando alla narrazione Bonaiuti diceva a Martina: “Oggi mentre mi preoccupavo per la tua casa, tu dalle tre alle cinque tu mi stavi tradendo con quel tizio”. In seguito dopo altre urla in strada e alcune fasi concitate, Lorenzo si frappone tra i due tirando via la sorella. A quel punto “Costantino ha tirato fuori la pistola e ha sparato”. Dopo aver descritto i tentativi di tenerla in vita, alla fine Lorenzo racconta la sensazione più brutta di quella notte: “Ho abbracciato Martina e ho sentito che era finita”.