La malattia, le cure, le visite nella clinica di Palermo dove è stato catturato ieri mattina. In un’intervista a Repubblica parla il dottor Vittorio Gebbia, l’oncologo che aveva in cura Matteo Messina Denaro e svela dettagli che fanno riflettere
Vittorio Gebbia è il responsabile dell’oncologia medica della clinica La Maddalena di Palermo. Qui ieri mattina un blitz dei Ros ha portato alla cattura del boss Matteo Messina Denaro.
Oggi il dottore, durante un’intervista pubblicata sulle pagine di Repubblica spiega la malattia del capo mafioso, le cure, le visite e svela dettagli che definisce inquietanti, legati ad Andrea Bonafede, l’identità falsa o comunque appartenente ad un altro uomo incensurato, dietro la quale si celava l’ex super latitante ora in carcere a l’Aquila.
Il giornalista di Repubblica chiede al dottor Gebbia se abbia mai avuto sospetti, se insomma sapesse che l’uomo che aveva in cura fosse il malavitoso per eccellenza. Ecco come risponde su questo il medico “Io lo avrò ricevuto nel mio studio due o tre volte e le assicuro che, tra le migliaia di pazienti che visito, questo signor Andrea Bonafede” non mi è mai balzato all’occhio per nessun motivo. Anzi, se mi avessero detto prima che si poteva trattare di Messina Denaro non ci avrei creduto”. L’oncologo descrive Matteo Messina Denaro come un uomo ordinario. Un normale paziente dall’accento trapanese. Si era accorto il dottore che fosse una persona benestante, indossava orologi vistosi e costosi e vestiva in maniera eccentrica. Ma nulla evidentemente lasciva immaginare la verità.
Ed ora che il dottore ha scoperto chi fosse realmente quel malato di tumore, che sensazioni ha avuto, che pensieri ha fatto? Il medico risponde così ““Certo, un pò impressione fa, anche se di pazienti di questo tipo ne abbiamo avuti diversi. Di boss mafiosi con patologie importanti gli stessi magistrati ce ne hanno mandati diversi e non è la prima volta che vediamo persone in cura qui finire in manette per reati di vario genere”. Ma se tutto sembra all’apparenza normale per l’oncologo della clinica La Maddalena, c’è invece un particolare sul quale è giusto soffermarsi e nell’intervista al noto quotidiano dice di cosa si tratti.
“L’intervista rilasciata da questo signor Baiardo pochissimi giorni dopo l’aggravarsi delle condizioni del paziente, una coincidenza temporale davvero inquietante considerata la riservatezza delle informazioni e – col senno di poi – la reale identità del signor Bonafede”. Il medico prosegue raccontando degli accertamenti diagnostici effettuati dopo un ciclo di chemioterapia e della scoperta che il tumore si fosse aggravato. Da qui la decisione di proseguire con una terapia adeguata alla prognosi giudicata più severa. Ma come ha appreso il boss la notizia? Come ha reagito davanti alle informazioni sul suo stato di salute? Il dottore risponde in questo modo “”Naturalmente c’è un aspetto di riservatezza e di privacy che non posso violare… Non ricordo molto di quel colloquio, ma sicuramente il paziente ha accolto la prognosi e le terapie successive con grande dignità”.
Quando Messina Denaro si recava in clinica era sempre solo, anche perchè come in ogni clinica anche alla Maddalena si rispettavano e si rispettano le regole covid. E a chi lo visitiva appariva sempre lucido. Anche ora che le sue condizioni appaiono gravi, come conferma lo stesso oncologo nell’intervista a Repubblica “la malattia ha avuto un’accelerazione negli ultimi mesi. Non lo definirei un paziente in buone condizioni di salute. Ieri i carabinieri mi hanno chiesto se posticipare di tre, quattro giorni il ciclo di chemioterapia che avrebbe dovuto fare qui avrebbe avuto conseguenze e io ho firmato l’autorizzazione perchè un ritardo così contenuto non avrà alcun effetto sul suo stato di salute”.
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