E’ il polo del 41 bis. Carcere dell’Aquila, in Abruzzo. E’ qui che Matteo Messina Denaro è stato portato dopo l’arresto di ieri a Palermo. Molti i nomi “noti” detenuti nello stesso penitenziario. La scelta dovuta anche ai motivi di salute del boss mafioso
Dopo l’arresto, storico, epocale. Mentre prosegue la perquisizione del covo individuato nella notte in un edificio al centro di Campobello di Mazara nel trapanese, sarebbe stato deciso dove l’ex super latitante Matteo Messina Denaro arrestato nel blitz di ieri a Palermo, sarà detenuto: Abruzzo, l’Aquila al 41 bis insieme ad altri mafiosi e br.
Scivono oggi diversi quotidiani. Perchè la scelta è ricaduta sul capoluogo abruzzese? E chi è già dentro il penitenziario dell’Aquila? Intanto il capo mafioso avrà “compagni eccellenti”, nomi importanti legati a Cosa Nostra: Filippo Graviano, Carlo Greco e Ignazio Ribisi.
Messina Denaro al 41 bis all’Aquila. Chi troverà in quel carcere
Ma nel carcere dell’Aquila al 41 bis ci sono anche personaggi di spicco della ‘Ndrangheta e della Camorra, le mafie minori. O meglio che erano considerate minori e che nei decenni sono cresciute e hanno affiancato le operazioni dei boss siciliani. In Abruzzo però è detenuta pure Nadia Desdemona Lioce condannata all’ergastolo per gli omicidi Biagi e D’Antona. Solo all’ Aquila infatti esiste la sezione del 41 bis per le donne. Come riporta e sottolinea a stamattina il quotidiano la Repubblica, nessun incontro ovviamente è possibile nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila, perchè la prigione è stata pensata per ospitare personaggi al 41 bis appunto. Gli uomini detenuti sono 160, 12 le donne
Come funziona la vita dentro il carcere considerato “polo” del 41bis? I cosiddetti “gruppi di socialità”, sono composti da quattro persone; che devono essere sempre le stesse e della stessa etnia. Si incontrano solo per l’ora d’aria. Nessuno scambio o contatto è previsto con gli altri ospiti del carcere. Ecco perchè questo luogo di detenzione sarebbe stato scelto per Matteo Messina Denaro. Poi il boss come sappiamo oggi è gravemente malato e l’Aquila ha un buon centro oncologico. Inoltre il capoluogo abruzzese dista poco da Roma. Si prevedono infatti spostamenti nella Capitale per gli interrogatori di Messina Denaro.
Indagato il medico di Andrea Bonafede alias Matteo Messina Denaro
Intanto andando alle indagini in corso e agli sviluppi più recenti oltre il ritrovamento del covo: Alfonso Tumbarello, 70 anni, il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, è indagato nell’ambito dell’arresto del super latitante. L’uomo è di Campobello di Mazara. Da quello che si apprende per anni è stato il medico di base del paese. Lo scorso dicembre è andato in pensione. Risulterebbe che Tumbarello fino a poco tempo fa sia stato il medico del vero Andrea Bonafede. Gli avrebbe prescritto le ricette. Gli uomini dell’Arma hanno perquisito le abitazioni di Campobello, Tre Fontane e l’ex studio del medico che è stato anche interrogato.
Arresto Messina Denaro, quella frase scritta nell’hangar
E tra i tanti dettagli, che dall’arresto del boss avvenuto ieri continuano ad emergere, ce n’è uno che è oggi riportato in un articolo di Repubblica particolarmente significativo e che si riferisce proprio agli attimi successivi al blitz: quando Messina Denaro viene portato nell’hangar in cui Ros lavoravano all’operazione, l’ex super latitante si trova davanti una scena assolutamente imprevedibile. Un quadro, o meglio un quadretto, con dentro una poesia. Era stata scritta dalla piccola Nadia Nencioni, uccisa nella strage di via dei Georgofili. Era il 27 maggio del 1993. I carabinieri da tempo tentavano di stringere il cerchio per catturare l’ultimo boss mandante e autore delle stragi del 92 e del 93. Quella poesia li ha aiutati a non mollare.
Nadia aveva scritto quella poesia pochi giorni prima di incontrare la morte. Si intitolava tramonto. Da qui il nome dell’operazione deli carabinieri. Poi l’arrivo in quell’hangar del super ricercato. Matteo Messina Denaro entra. Gli viene chiesto di togliersi il montone che indossava. Addosso una camicia elegante. Al polso un orologio da 30 mila euro. Il capo di mafia chiede carta e penna. Scriverà “I carabinieri del Ros e del Gis mi hanno trattato con grande rispetto e umanità. Palermo 16 gennaio 2023″, firmato Matteo Messina Denaro.