L’arresto di Mattia Messina Denaro ha fatto il giro del mondo e adesso emerge un dettaglio: cosa c’entra Totò Schillaci. Il commento dell’ex giocatore.
Latitante da circa 30 anni, ora l’arresto del boss Messina Denaro avvenuto in una struttura sanitaria privata a Palermo. Inevitabili le reazioni di cittadini, forze dell’ordine e politica locale e nazionale. Adesso, invece, emerge un dettaglio annunciato direttamente da Salvatore Schillaci, conosciuto da tutti come Totò.
L’ex giocatore della Nazionale ha parlato di un retroscena che riguarda proprio l’arresto di Matteo Messina Denaro. Un passato da calciatore anche con la Juventus, ora il momento di fare i conti con un episodio che ha sorpreso la mattinata della città palermitana.
Matteo Messina Denaro, la confessione di Totò Schillaci sull’arresto del boss latitante
Proprio Schillaci ha parlato ai microfoni del quotidiano online la Repubblica per parlare di quanto accaduto alla struttura La Maddalena. “Ero lì che stavo aspettando in clinica intorno alle 8.15, quando ho visto entrare tutti i poliziotti incappucciati“, ha confessato l’ex attaccante.
Il 58enne ha dichiarato che era giunto nella struttura per sottoporsi ad alcune terapie, improvvisamente l’arrivo delle forze dell’ordine per bloccare il vecchio ricercato numero uno in Italia. Schillaci ha dichiarato di essere in procinto di recarsi presso il bar, poi la vicenda accaduta nella struttura ospedaliera. “Stavo fumando una sigaretta ed è allora che ci hanno bloccati tutti, era un manicomio“, ha spiegato.
Altri dettagli sulla vicenda
Un luogo sanitario presso il quale Messina Denaro, sotto falso nome, si sarebbe recato periodicamente da circa un anno dopo aver scoperto un tumore al colon. Qualche tempo fa l’operazione avvenuta nell’ospedale di Marsala, ora il ricorso ad alcune cure. In ogni caso Schillaci ha parlato della vicenda accaduta nel giro di pochissimo tempo. La vicenda è accaduto in pochissimo tempo, poi la gioia del personale intervenuto sul posto per porre fine alla latitanza del boss.
“Ho visto arrivare tutti improvvisamente incappucciati, mascherati con il passamontagna e ci hanno fermato tutti. Non sono riuscito a vedere molto, perché ci hanno detto di rimanere fermi dove eravamo“, ha concluso l’ex giocatore.
Mattina concitata quella vissuta da chi si trovava all’interno della struttura nella quale è stato arrestato il boss latitante Matteo Messina Denaro. Una vicenda sicuramente improvvisa che i carabinieri dei Ros, insieme ai colleghi, hanno concluso con l’arresto di un fiancheggiatore e del boss ricercato dal 1993.