Dall’Italia, ma non solo. Tutta la politica, a partire dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla Premier Giorgia Meloni, tutti hanno voluto esprimere il proprio pensiero sulla storica cattura di Matteo Messina Denaro.
La certezza è arrivata tre giorni fa. I magistrati, che da tempo seguivano la pista, hanno dato il via libera per il blitz, I carabinieri del Gis erano già alla clinica Maddalena dove, da un anno, Messina Denaro si sottoponeva alla chemioterapia.
Il boss, che aveva in programma dopo l’accettazione fatta con un documento falso, prelievi, la visita e la cura, era all’ingresso. Un carabiniere si è avvicinato al padrino e gli ha chiesto come si chiamasse. “Sono Metteo Messina Denaro”, ha risposto il boss.
Una cattura storica, un evento atteso da 30 anni, “Una bella giornata per l’Italia” ha dichiarato il Capo dello Stato, nonostante l’ultimo grande latitante di Cosa Nostra, si nascondesse nella sua Sicilia. A Palermo, Dove da un anno in maniera indisturbata curava il suo male. Ma oggi resta il momento dei pubblici giubili , delle parole di esultanza, delle congratulazioni a chi ha condotto questa operazione in porto. L’arresto di Matteo Messina Denaro è ad esempio un regalo di compleanno per Giorgia Meloni. I vertici del governo sapevano ovviamente che le ricerche sul boss di Cosa Nostra fossero arrivate a un punto di svolta. “Il governo assicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua, come dimostra il fatto che il primo provvedimento di questo esecutivo – la difesa del carcere ostativo – ha riguardato proprio questa materia”.
Sono state queste alcune delle parole del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non appena ha avuto la conferma della cattura di Matteo Messina Denaro. Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia». Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al suo arrivo ad Ankara per incontrare il suo omologo turco, ha commentato i fatti di questa mattina “Complimenti – ha aggiunto – alla Procura della Repubblica di Palermo e all’Arma dei Carabinieri che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie».
“Complimenti alle forze dell’ordine, alla magistratura, alle migliaia di persone che ogni giorno, in silenzio, lavorano per difendere la giustizia” ha scritto invece su Twitter il ministro della Difesa, Guido Crosetto. “Dopo trent’anni di latitanza è finito in manette il superboss Matteo Messina Denaro. È con profonda emozione che ringrazio le donne e gli uomini dello Stato che non hanno mai mollato, confermando la regola che prima o poi anche i più grandi criminali in fuga vengono braccati e assicurati alla giustizia. È una bella giornata per l’Italia e che serve da ammonimento per i mafiosi: le istituzioni e i nostri eroi in divisa non mollano mai”. Anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha voluto esprimere tutta la propria soddisfazione per la cattura di Matteo Messina Denaro.
“Desidero rivolgere il mio sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito all’arresto di Matteo Messina Denaro, la cui cattura è una notizia bellissima per la nostra nazione. All’indomani dell’anniversario dell’arresto del Capo dei capi Toto’ Riina, magistratura e Forze dell’ordine hanno inferto oggi un altro colpo durissimo alla criminalità organizzata. Bene così, la lotta alla mafia non conosca tregua”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Tra le numerosissime reazioni del mondo della politica, del governo come anche delle opposizioni, vanno registrate anche le parole emozionanti e dal significato speciale rispetto all’arresto dell’uomo che era ancora libero tra i capi criminali responsabili delle stragi del ’92-’93,quelle di Maria Falcone, presidente della Fondazione dedicata al fratello Giovanni. “La gratitudine di tutti noi cittadini va alla procura di Palermo e ai Ros per questo importantissimo successo. È la riprova che i mafiosi, a dispetto dei loro deliri di onnipotenza, alla fine sono destinati alla sconfitta nel conflitto con lo Stato democratico”. “Oggi – conclude – è una bellissima giornata per il nostro Paese”.
Anche le Monde, a Parigi, sottoliena come il latitante sia stato catturato a Palermo e ricorda una inchiesta giornalistica realizzata dal quotidiano nel 2017 sul “boss più ricercato d’Italia”. “Arrestato il più più importante boss mafioso siciliano”, titola la Faz, mentre il corrispondente del Pais, Daniel Verdù, offre ai lettori una dettagliata cronaca dell’arresto. “Il mafioso si era registrato nella clinica sotto il falso nome di Andrea Bonafede. E come sempre è successo in Cosa Nostra, il capo non ha avuto bisogno di fuggire in Paesi esotici e lontani per evitare il suo arresto per tre decenni. A quanto pare, ha sempre abitato vicino alla sua abitazione a Castelvetrano e non ha opposto resistenza quando è stato avvicinato dagli agenti”.
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