A qualche ora dall’arresto, la conferenza stampa ha chiarito la dinamica della cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro, e dell’enorme lavoro di indagine che ora il mondo intero riconosce all’Italia.
In un’affollata conferenza stampa i Ros, che stamattina dopo 30 anni di latitanza sono riusciti ad arrestare il boss Matteo Messina Denaro, hanno raccontato la modalità di cattura e le indagini che hanno portato a questa felice conclusione.
Matteo Messina Denaro, le parole dei Ros sullo storico arresto
“Un lavoro lungo e complicatissimo di tutte le forze di polizia dello Stato“, così ha definito l’arresto di Matteo Messina Denaro il Procuratore capo di Palermo De Lucia presso la sede della Legione carabinieri Sicilia. Quindi il ringraziamento all’Arma dei carabinieri e al ROS, sottolineando come un criminale pericolosissimo sia stato catturato senza l’uso della violenza, ha tenuto a ribadire il Procuratore. Il riferimento è anche al debito con le vittime della mafia finalmente saldato. Ad approfondire la dinamica dei fatti, ma anche il racconto sulle indagini, è stato il comandante dei Ros il generale Pasquale Angelosanto, che ha elogiato il lavoro delle varie componenti militari dell’Arma, anche nella modalità di intervento, calcolando che il latitante si trovava all’interno di una clinica dove oltre al personale sanitario erano presenti anche pazienti.
Quelle delle forze dell’ordine sono state attività “progressive, incessanti e continue“, basate sul sacrificio dei carabinieri, ha tenuto a ribadire l’ufficiale. La conferenza stampa è quindi proseguita con le risposte ai cronisti. Angelosanto si è soffermato sulla cautela adottata prima di intervenire nella struttura medica dopo previa autorizzazione della Procura. Cosa che è avvenuta dopo l’accertamento che lì si trovasse in effetti Messina Denaro. A fornire ulteriori elementi è stato il col. Giuseppe Arcidiacono, che ha svelato come si avesse avuto sentore dell’arrivo alla clinica del latitante. Così è stato individuato e bloccato. Matteo Messina denaro è stato arrestato con indumenti e accessori di lusso addosso, tra cui un orologio da 30 mila euro.
Matteo Messina Denaro non parla
Il Procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido ha poi parlato dello stato in cui è stato trovato il latitante. Un sessantenne con problemi di salute, ma sicuramente “non abbiamo trovato un uomo distrutto, ma in buone condizioni“. Guido ha poi raccontato di un uomo che è stato costretto ad affidarsi ai contatti sul territorio. Alla domanda se la clinica fosse complice del mafioso, il Procuratore Capo informa che non ci sono al momento riscontri tali da poter incriminare qualcuno all’interno della struttura, anche se accertamenti sono ancora in corso. Importante il ruolo del Ros e della Polizia di Stato che procedendo a numerosi arresti in questi anni hanno stretto il cerchio attorno ai contatti del super boss. Ancora il procuratore parla che fino al momento dell’arresto non c’era neppure la certezza sul volto di Messina Denaro, aggiungendo che le investigazioni andranno ben oltre l’arresto.
L’indagine si è basata sull’attività di intercettazioni, importantissime per il risultato conseguito. L’altro “pilastro” è stato lo sviluppo delle indagini a diversi livelli, anche a livello di tecnologia. Al momento “Matteo Messina denaro finora non parla“, ha detto il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia. Nonostante la vittoria di enorme portata, che ha significato la decapitazione della mafia, il procuratore capo ha affermato che questa non è ancora sconfitta. Guido ha comunque fatto sapere che a Messina Denaro saranno garantite le cure, ma in condizioni di detenuto. Una domanda piuttosto toccante è giunta dal papà di una vittima della mafia, che ha chiesto agli inquirenti se finalmente si può fare luce su tutte le vicende di Mafia. Nell’occasione De Lucia ha garantito l’impegno che tutte le vittime della mafia abbiano una risposta, sottolineando il debito dello Stato e della Repubblica nei confronti dei caduti a causa della Mafia. Il criminale è stato sottoposto al regime 41-bis.