16 Gennaio 2023, una data storica per l’Italia, quella dell’arresto a Palermo di Matteo Messina Denaro, il boss delle stragi corleonesi che era latitante dal 1993. Il magistrato Alfonso Sabella intervistato in esclusiva da Free.it ha detto “E’ un uomo molto malato. Potrebbe collaborare? La vedo una cosa altamente improbabile, ma non impossibile”
Questa mattina Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano hanno osservato un minuto di raccoglimento davanti alla stele di Capaci che ricorda le vittime della strage nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
Un gesto sempre significativo e importante, quello del ricordo e del rispetto per il sacrificio di vite ammazzate dalla mafia. Oggi quel gesto assume però una valenza simbolica maggiore. Perchè il 16 gennaio del 2023 diventa una data storica per lo Stato italiano. La data dell’arresto dopo 30 anni di latitanza di Matteo Messina Denaro
Le reazioni del Governo, delle opposizioni, della stampa estera, di chi alla mafia, alla lotta alla mafia ha consegnato la propria vita non si sono fatte attendere. Free.it allora ha voluto ascoltare un parere estremamente autorevole, quello del magistrato Alfonso Sabella. Fu uno dei Pubblici ministeri della Procura di Palermo, nel pool antimafia guidato da Gian Carlo caselli. Durante gli anni trascorsi alla Procura antimafia di Palermo le forze dell’ordine arrestarono decine di mafiosi tra cui i latitanti Leoluca Bagarella, Giovanni ed Enzo Brusca, Pietro Aglieri, Nino Mangano, Vito Vitale, Mico Farinella, Cosimo Lo Nigro, Carlo Greco e Pasquale Cuntrera.
“Lo Stato è più forte, quando vuole“, ecco cosa ci ha detto il noto magistrato, raggiunto al telefono. Quando lo chiamiamo Sabella è preso tra il suo lavoro e la concitazione del momento. La sua voce è cercata da molti, ma se pur brevemente decide di non sottrarsi alle nostre domande.
Dottor Sabella, lascio a lei la libertà di interpretare l’arresto di oggi, lo storico arresto di oggi…
“E’ chiaramente una grande giornata, non possiamo non dire una cosa del genere. La cattura a Palermo questa mattina di Matteo Messina denaro è la riprova che lo Stato è più forte di tutto quando vuole. Quando vuole, sottolineo”
Lei la mafia la conosce bene, l’ha combattuta in prima linea, anche con clamorosi ed importanti arresti. Questo nello specifico cosa rappresenta?
“Oggi si chiude una stagione, perchè Matteo Messina Denaro era l’ultimo esponente dello stragismo corleonese. E da questa cattura io mi aspetto molto…Mi auspicherei molto”.
Ci faccia capire meglio.
“Sarebbe interessante, anche se la vedo molto difficile, se Denaro decidesse di collaborare in qualche modo e di rivelare cosa sia realmente accaduto nel 1993. Mi riferisco ovviamente alla strage del 27 maggio dei Georgofili e delle bombe a Roma davanti la Basilica di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro”.
Sabella, ma lei ritiene davvero che la strategia di un capo di Cosa Nostra come Messina Denaro, possa essere quella di collaborare con la giustizia?
“Lo abbiamo sentito e capito dall’arresto di questa mattina. Denaro è un uomo malato, molto malato. Fosse stato bene non avrei mai supposto potesse farlo, ma nelle sue condizioni potrebbe essere altamente improbabile ma non impossibile che decida di collaborare”.
Da magistrato, da uomo dello Stato qual è cosa si sente di dire Sabella a chi oggi commenta quanto assurdo sia che un boss di questa portata sia stato catturato a Palermo, dove da un anno curava un tumore. Indisturbatamente.
“Che è la storia di ogni cattura dei capi di Cosa Nostra, la loro forza…purtroppo. Bagarella abitava di fronte a Pignatone. Riina ha fatto nascere i propri figli in una clinica di Palermo. Ora la cosa importante, e col trascorrere delle ore, con nuove informazioni che apprenderemo circa le indagini che hanno portato al blitz di questa mattina, oltre l’ arresto di Denaro, ci sia materiale a sufficienza per infliggere un colpo mortale al suo mandamento attraverso una lunga serie di operazioni correlate!”.
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