È un’intervista che scuote le coscienze quella dell’attrice Roberta Lena, che ha scoperchiato il vaso di Pandoro, su un mondo, come quello dello spettacolo, che molte volte nasconde grandi insidie.
Una rivelazione, che riapre prepotentemente il discorso del Me Too, come fenomeno non esclusivamente americano, ma purtroppo, molto diffuso in tutto il mondo, e anche nel nostro Paese; con scandali più o meno confermati che tutti ricordano. Ora l’intervista all’attrice Roberta Lena, apre nuovamente questa vergognosa pagina.
“Una collega mi spiegò che per la carriera bisognava andare a letto con più di due deputati“. Soltanto questa frase, che fa parte di una lunga intervista che l’attrice Roberta Lena ha rilasciato a Repubblica, potrebbe bastare per far comprendere un’intero mondo, quello dello spettacolo, fatto per la maggior parte di grandi professionisti, ma anche di mele marce, che non guardano al talento e alla bravura, ma per affidare certi ruoli, o banalmente per far lavorare, chiedono ben altro. È un fiume in piena Roberta, attrice, regista e autrice, mentre racconta con freddezza le molestie subite da attori, registi e produttori nella sua lunga carriera.
Il primo episodio, sin da quando decise, giovanissima, di entrare a far parte del mondo dello spettacolo: “Vivevo a Bologna, volevo iscrivermi a un corso di teatro, venni convocata dal direttore della scuola alle otto di sera. Entrai, era tutto in penombra, capii dove voleva andare a parare e tagliai la corda. Rinunciai, poi andai a Roma al Centro sperimentale“. Ma le cose a Roma non andarono meglio, e già al primo incontro si sentì dire:“Se non la dai al produttore non lavorerai mai nel cinema italiano, non hai alternative”. Salutai e ringraziai -ricorda – ma avevo poco più di vent’anni, fu brutto sentirselo dire. Per fortuna non è andata così, con lui non lavorai mai però“.
Il racconto prosegue poi ricco di particolari, e sempre secondo le parole dell’attrice, dipinge un mondo in cui per una donna, che vorrebbe lavorare nel mondo dello spettacolo, sia difficile muoversi. “Ho avuto molestie nel mondo del cinema, ma pure quando facevo la commessa per mantenermi agli studi, con richieste anche più esplicite. Se ci fosse un Me Too delle commesse ne sentiremmo delle belle. Non è solo il mestiere di attrice, poi certo nel cinema ci sono zone d’ombra dove i molestatori sguazzano” racconta amaramente.
Episodi, quelli raccontati, che non riguardano soltanto il passato, ma che risultano attualissimi, a dimostrazione che nonostante le tante battaglie, molto poco è cambiato in certi ambienti: “Temo che la situazione sia cambiata poco, se non peggiorata. Arrivai su un set di una grande fiction, prima serata. La prima cosa che mi chiesero fu da chi ero stata segnalata. Lì per lì non capii, avevo passato un provino. Poi mi fu più chiaro. Su quel set scoprii l’esistenza delle roulotte singole per le amanti dei ministri e delle roulotte “di gruppo” per quelle dei deputati. Ricordo anche il confronto con una ragazza che mi spiegò che per far carriera non bisognava andare a letto con più di due deputati, andavano scelti bene. Concluse affermando che il mestiere di attrice alla lunga stancava e che lei si sarebbe poi data alla politica. Qualche volta il suo nome l’ho visto“.
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