Baby gang “si tratta di una tematica complessa, pluridimensionale, diversificata e che si riscontra non solo nelle aree metropolitane” , è la definizione che ne ha dato il ministro dell’Interno Piantedosi rispondendo ad un’interrogazione della Lega sul tema. Legami anche con le frange ultras.
Napoli, Roma, Milano, ma non solo le grandi metropoli. Esiste un legame, una “saldatura” tra baby gang e gruppi ulltras.
Ecco perchè gli uomini della Digos e delle Squadre Mobili di diverse città italiane lavorano alacremente in questa direzione. Tra le ipotesi di intervento più accreditate anche un Decreto sicurezza che possa riguardare le baby gang, prevedendo Daspo allargati ai minori, purché abbiano compiuto i 14 anni. Allo studio anche un maggiore controllo dei social, l’interdizione della frequentazione di alcune aree delle città, come avviene già per le persone maggiorenni.
Insomma il fenomeno delle baby gang torna centrale nel dibattito politico. Assalti, aggressioni, attacchi, scontri creano preoccupazione e disagi. Ne ha parlato ieri durante un questione time anche il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il Viminale si è detto pronto ad intervenire anche sulla base dei recenti fatti che si sono verificati a Napoli. Il rischio, è stato sottolineato, di contatti con le frange degli agitatori. Perchè il modello seguito e inseguito sarebbe da rintracciarsi nel modus operandi degli ultras: un messaggio sulle chat è sufficiente a far esplodere la rissa, la guerriglia urbana. Il virtuale serve per darsi appuntamento sulla piazza reale. Proprio come accade nel mondo del tifo. La partita spesso è solo un protesto. E il post partita può anche finire a coltellate o sprangate.
Intrecci pericolosi che vanno monitorati, arginati, e se possibile fermati. Eccole le parole usate dal ministro Piantedosi sul tema “si tratta di una tematica complessa, pluridimensionale, diversificata e che si riscontra non solo nelle aree metropolitane“. Lo scorso 16 dicembre, proprio nel tentativo di trovare soluzioni e interrogarsi pragmaticamente sul fenomeno, tra le città di Roma, Milano e Napoli è nata una collaborazione, una cabina di regia per scambi di idee.
“Le peculiarità del fenomeno rendono evidente che il contrasto, che pure resta essenziale e su cui non ci saranno arretramenti ” ha chiarito Piantedosi che prosegue, “Non può basarsi solo sulla repressione ma è necessaria anche un’attività sinergica di prevenzione. Sono in corso di approfondimento specifici interventi per la gestione della cosiddetta movida giovanile che, a partire da positive iniziative sperimentate in alcune aree metropolitane possano costituire un modello da estendere a tutte le aree del paese“, ha chiuso poi il numero uno del Viminale.
Piantedosi si aspetta la massima collaborazione dai sindaci delle città, soprattutto quelle maggiormente colpite dal fenomeno. Intanto in queste ore sono stati già predisposti controlli straordinari. Ieri sono stati effettuati alla stazione Termini, dove lo scorso 31 dicembre una turista israeliana è stata accoltellata, ma i controlli si allargheranno anche alle zone della movida e dello spaccio.
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