Sanremo 2023, Amadeus sta per iniziare l’edizione più attesa e controversa degli ultimi tempi: caos biglietti.
Sanremo 2023, il Teatro Ariston comincia l’allestimento. Significa che siamo quasi ai blocchi di partenza. Meno di un mese all’inizio della nuova edizione del Festival della Canzone Italiana: la kermesse canora è sempre – musicalmente e non solo – l’evento più atteso dell’anno. Numeri, canzoni e curiosità accompagneranno ancora una volta Amadeus in questo viaggio: Amedeo Sebastiani è sempre emozionato come la prima volta, anche perché sono aumentate le aspettative dopo i successi degli ultimi anni.
Il trionfo di Maneskin, poi Mahmood e Blanco oltre a Diodato. Certezze musicali che il Direttore Artistico ha fornito con naturalezza: anche quest’anno ha fatto un Festival fresco ed equilibrato fra novità e classici. Dal punto di vista musicale le scelte sono molto ricche: Sanremo non vuol dire solo canzoni. Ormai la manifestazione rispecchia il lato glamour del Paese, la massima attenzione su tendenze, retroscena e sviluppi dell’Italia che cambia.
Sanremo 2023, Amadeus al centro della protesta: i biglietti diventano un caso
Restano, invece, quasi fossero un amuleto, le polemiche pre-kermesse. In attesa di quelle dopo e durante il Festival: l’ultimo argomento – dopo il caso Madame che ancora tiene banco – è quello legato al costo dei biglietti. Sono, infatti, da poco stati resi noti i prezzi dei tagliandi per un posto all’Ariston in quei giorni. Tralasciando quelli riservati, un biglietto per la platea – in media – arriva a costare 1290 euro e per la galleria, invece, i costi si aggirano sui 670 euro. Numeri che fanno girare la testa ai consumatori. Abbonati Rai sul piede di guerra: “Uno schiaffo alla miseria”, si legge sul Web. I commenti si sprecano.
Non è il solo fronte che deve cercare di difendere Amadeus, perchè le polemiche non si fermano all’ambito pecuniario: il punto, forse più grave, è un altro e riguarda i giornalisti accreditati alla manifestazione. Gli addetti ai lavori si lamentano di un trattamento superficiale e pressappochista. Il Direttore Artistico si trova di fronte alla possibilità di una Class Action se le cose non dovessero cambiare: malcontento che verte su due fronti. Il primo è l’evento legato alla Sala Stampa Lucio Dalla.
Anche i giornalisti sul piede di guerra
Centro nevralgico dove, ogni anno, il Festival viene presentato. Nel senso più didascalico del termine: una sorta di premessa che il Direttore Artistico, assieme ai co-conduttori e all’Ufficio Stampa Rai, fa per guidare anche cronisti e incaricati all’interno della manifestazione. Una presentazione introduttiva per capire il polso dell’edizione.
In questo rito iniziatico c’erano tutti: l’evento, infatti, era aperto a qualunque testata e organo d’informazione accreditato. Ora, complice anche la pandemia degli anni scorsi, il campo è stato ristretto di parecchio. I giornalisti credevano che con la fine dell’emergenza l’evento tornasse nei ranghi abituali. Invece no: la situazione stringente è rimasta, creando non poco disappunto. Anche disagio in alcuni casi: molti, attraverso canali Telegram e altre vie social, lamentano di postazioni improvvisate, connessione altalenante e difficoltà a lavorare nel miglior modo.
Insomma, anche chi c’è non la prende benissimo. Un vero e proprio tornado nel mezzo del quale Amadeus deve barcamenarsi, e non è ancora cominciato nulla. Fino al 1 febbraio ci saranno altri passi – più o meno importanti – da fare: non basterà un maratoneta come Gianni Morandi per tenere botta.