Proteste Brasile, su Whatsapp e Telegram la chiamata alle armi | La replica del Governo
Published by
Alessandro Artuso
2 anni ago
Le proteste in Brasile peggiorano e adesso spuntano nuove indiscrezioni e paura di possibili atti terroristici: cosa sta accadendo e quali sono le novità.
Il Brasile vive con la paura che manifestanti di estrema destra possano dare vita ad attacchi di tipo terroristico. L’indiscrezione emerge su chat come WhatsApp e Telegram, diventati improvvisamente luoghi di chiamata alle armi con il titolo “Mega dimostrazione nazionale per la ripresa del potere“.
Gli inquirenti hanno infatti scoperto minacce, con tanto di data per la convocazione violenta dei manifestanti. L’appuntamento è per le ore 22 italiane di mercoledì 11 gennaio 2023. Una situazione difficilmente gestibile e che sta mettendo a repentaglio la sicurezza nazionale.
Brasile, violenti proteste sulle chat | La situazione
Nel frattempo il Governo guidato dal presidente Lula ha chiesto rinforzi della polizia federale per proteggere i luoghi istituzionali assaltati di recente da centinaia di manifestanti dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Fra le novità figura anche l’Esercito al quale avrebbero assegnato i compiti di protezione degli edifici che si trovano sulla Esplanada dos Ministerios.
L’obiettivo è quello di riportare la situazione sotto controllo, vietando le interruzioni della circolazione stradale e urbane in tutto il Paese. Ciò significa identificare tutti i veicoli utilizzati durante le proteste che sono sfociate in veri e propri assalti, con tanto di migliaia di persone arrestate. Di fatto, quindi, coloro che saranno trovati ad occupare, così come ostacolare la circolazione, saranno arrestati seduta stante.
I sostenitori di Bolsonaro in rivolta, le conseguenze
Lo stesso ex presidente ha chiesto di rientrare in Brasile proprio mentre si trova negli Stati Uniti a causa di un problema di salute. I sostenitori non si fermano e continuano a diffondere video delle migliaia di persone arrestate. Buona parte si trovano attualmente rinchiusi nella palestra dell’Accademia militare di Brasilia. L’intenzione dei videomessaggi è anche quella di promuovere l’ipotesi di un golpe.
Proprio per evitare tutto questo, infatti, il Tribunale supremo potrebbe bloccare, dopo aver visionato un lungo elenco, gli account di coloro i quali chiamano a raccolta le persone durante le manifestazioni. Nel frattempo Anderson Torres, ministro per la sicurezza del Distretto federale, è stato tratto in arresto: al suo posto c’è Riccardo Cappelli, alto funzionario del ministero della Giustizia.
Proprio per questo, infatti, Cappelli ha esonerato i vertici delle forze di sicurezza di Brasilia, di recente accusati di connivenza con i manifestanti e omissione dal lavoro. Disposta per dieci giorni la chiusura della Esplanada dos Ministerios proprio a causa di nuove possibili manifestazioni.