Chi soffre di acufene sa come questo disturbo può diventare nella vita di tutti i giorni qualcosa di insopportabile. Perché nasce e in quale modo si cura quella che la maggior parte delle volte è la conseguenza di un’altro tipo di patologia.
Sono in molti quelli che soffrono di acufene, si parla di una cifra, secondo gli ultimi dati, che arriva a toccare quasi quattro milioni di italiani. Per fortuna solo il 2% di questi, vengono colpiti in forma grave. Ma cosa è questo disturbo e perché in molti casi rende la vita quasi impossibile?
Viene anche chiamato tinnito, ma solitamente la forma più comune è conosciuta con il nome di acufene. Si tratta di un fischio, un fruscio o un sibilo percepito in una (acufene unilaterale) o entrambe le orecchie,(acufene bilaterale) e in alcuni casi anche in testa. Non si tratta di una vera e propria patologia, piuttosto del sintomo di malattie dell’udito o più spesso neurologica. Cosa porta alla formazione di questo tipo di rumore? Le cause non sono ancora ben chiare, l’ipotesi più accreditata è che un gruppo di cellule nervose che regolano i segnali del rumore e del dolore, si alterino sviluppando la percezione di queste sensazioni. Queste cellule o neuroni (nucleo accumbens) sono però le stesse che vengono sollecitate dallo stress, per cui la sovrapposizione dei due fattori determina, nella maggior parte dei casi, il problema.
Esistono però anche molti altri fattori che si ipotizza siano responsabili dell’acufene, come: patologie dell’orecchio (otiti, otosclerosi); deficit uditivi; disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare; traumi cranici e acustici; tumori benigni del nervo acustico (neurinomi); sbalzi pressori; consumo di farmaci tossici per l’orecchio; esposizione a suoni ad alto volume durante l’attività lavorativa o ricreativa; accumulo di cerume. Per fortuna non tutti i tipi di acufene sono uguali e causano gli stessi problemi, per semplicità sono stati suddivisi in tre tipi:
Non potendo misurare il rumore che viene percepito dal paziente nell’orecchio o in testa, la visita per scoprire le cause e predisporre la cura migliore, inizia con alcuni esami oggettivi come l’esame dell’udito e una risonanza magnetica, per escludere cause specifiche come problemi all’orecchio. Si passa poi ad un’indagine approfondita della storia clinica del paziente, per capire se esistono ereditarietà (anche se quest’ultimo fattore non è stato accertato), e si cerca, attraverso test, di stabilire in che forma colpisce il paziente.
Premettendo, come già detto che è estremamente difficile trovare una soluzione per ogni paziente, visto che il problema varia da persona a persona, ci sono diversi approcci terapeutici. Il primo è quello di curare le patologie che hanno provocato il problema. In caso invece di una non ben definita patologia originaria, il trattamento si basa su una serie di tecniche atte a diminuire il rumore, utilizzando apparecchi riproduttori di “rumori bianchi” capaci di mascherare il messaggio sono al cervello.
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