Brasilia riassume il controllo. Dopo diverse ore dall’assalto dei sostenitori di Bolsonaro torna la “normalità” al Palazzo presidenziale, al Parlamento e alla Corte Suprema. Potrebbero essere addirittura 400 le perone fermate. Bloccata sui social la propaganda golpista
Scene che a tutto il mondo hanno ricordato quel 6 gennaio del 2021, ovvero l’assalto al Congresso di Washington. Secondo chi ha assistito e a chi ha commentato la cronaca dei fatti, a Brasilia si è verificato qualcosa di estremamente simile.
Sono stati infatti in migliaia i sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro che durante gli scontri con le forza dell’ordine, hanno occupato e assaltato il palazzo del Congresso nazionale, proprio nella capitale brasiliana. Attacchi anche alla Corte Suprema, al Palazzo Pianalto e anche a quello del Tribunale supremo federale.
Le autorità brasiliane hanno iniziato a indagare sul peggior attacco alle istituzioni del Paese da quando la democrazia è stata ripristinata quattro decenni fa, con il presidente Luiz Inacio Lula da Silva che ha promesso di assicurare alla giustizia i responsabili della rivolta. A riportarlo il sito dell’agenzia Reuters. Intanto il ministro della Giustizia, Flavio Dino, ha annunciato che verranno presi di mira non soltanto coloro che hanno fattivamente partecipato agli assalti dei luoghi delle istituzioni, ma anche chi li ha eventualmente finanziati. Il ministro ha poi detto “È tempo di un’ampia unità nazionale in difesa della Costituzione e delle leggi”.
Brasile, dopo le proteste dei bolsonaristi, fermata la propaganda golpista sui social
Per quello che è emerso fin a questo punto i bolsonaristi che nella giornata di ieri hanno dato vita agli attacchi, hanno rubato armi da fuoco conservate nel gabinetto di sicurezza istituzionale, nel palazzo presidenziale di Planalto. Il ministro delle Comunicazioni sociali, Paulo Pimenta, avrebbe infatti mostrato in un video due casse di armi da fuoco vuote. E’ evidente, che chi lo ha fatto avesse avuto informazioni su quanto fosse custodito in quell’ufficio. Nel frattempo Il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes ha ordinato alle piattaforme di social media Facebook, Twitter e TikTok di bloccare la propaganda golpista in Brasile. Inoltre è stata ordinata la rimozione del governatore del Distretto federale di Brasilia Ibaneis Rocha per un periodo di 90 giorni.
Inevitabili le condanne e le reazioni internazionali da quelle del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres che su twitter ha scritto “La volontà del popolo brasiliano e le istituzioni del Paese devono essere rispettate. Il Brasile è un grande paese democratico”, a quelle del cancelliere tedesco Olaf Scholz “Arrivano brutte immagini dal Brasile. I violenti attacchi alle istituzioni democratiche sono un attacco alla democrazia che non può essere tollerato. Siamo vicini al presidente Lula e ai brasiliani”. “Condanno fermamente l’assalto alla democrazia in Brasile. È una grande preoccupazione per tutti noi, difensori della democrazia. Il mio pieno sostegno al Presidente Lula, che è stato eletto in modo libero e correttamente”. Lo ha invece affermato sempre su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva stima che gli atti terroristici messi in atto ieri dai sostenitori di Jair Bolsonaro “siano finanziati da uomini d’affari anche all’estero”. Lo ha riportato il sito online del quotidiano Estadao. Guardando invece al numero delle persone rimaste ferite nell’assalto ai palazzi, sarebbero almeno 46 di cui sei gravi e due che sono stati sottoposte a intervenuti d’urgenza,