Emergono sempre più dettagli relativi al caso dell’omicidio di Alessandra Matteuzzi. Un mese prima della tragedia l’ex fidanzato puntava il dito contro la donna accusandola di averlo tradito e diceva che sarebbe finito in “galera”.
La vicenda dell’efferato delitto di Alessandra Matteuzzi genera ancora interrogativi anche per gli addetti ai lavori. Un messaggio dell’assassino rimasto nel suo dispositivo mobile prelude a quello che di lì a poco sarebbe accaduto.
Alessandra Matteuzzi è stata uccisa da Giovanni Padovani, con cui aveva avuto una relazione, sotto casa sua a Bologna, a martellate. Per il reato Padovani è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato e stalking.
Più di un mese prima dell’omicidio, Giovanni Padovani scriveva che avrebbe ucciso Alessandra Matteuzzi. Il rinvenimento del messaggio è stato possibile grazie alle analisi del perito tecnico nominato dalla Procura, Angelo Musella. L’assassino accusava la ex di averlo tradito e che per l’accaduto sarebbe finito in “galera”. La 56enne è stata aggredita a martellate sotto la sua abitazione il 23 agosto scorso. Il 2 luglio precedente, l’ex calciatore prendeva nota sul suo telefono: “La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente”. Oltre a questo aspetto che già da solo fa riflettere, un fenomeno da non credere attorno alla figura dell’assassino si sta sviluppando sui social.
Un aspetto che forse non è stato abbastanza analizzato riguarda la percezione che sta maturando sui social. Se si tiene conto dei follower di Padovani prima del fatto, se ne contavano 270. A seguito del delitto sono aumentati di 5 volte. Inoltre tra i messaggi e le numerose interazioni si sta facendo largo un’idea prevalente di un soggetto vittima dell’atteggiamento della ex. Secondo un approfondimento condotto dal Messaggero, con Claudia Guasco, sembra che sui social la vittima raccolga perlopiù insulti e venga dipinta come una donna che si è servita degli altri.
L’accaduto ha portato nelle ultime settimane alla denuncia presentata dalla famiglia di Alessandra Matteuzzi nei confronti di 25 persone. L’avvocato Chiara Rinaldi ha spiegato: “monitoriamo i social ogni giorno, gli hater sono diventati subdoli, raffinati. Dopo i commenti di insulti alla vittima, adesso giustificano Giovanni Padovani e attribuiscono a lei comportamenti che avrebbero portato l’uomo a impazzire”. Ed ancora: “Un conto è la libertà di espressione, ma qui potrebbe configurarsi il reato di istigazione alla violenza di genere”.
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