Dopo l’arresto di Ovidio Guzman, figlio di El Chapo, avvenuta negli USA e il carcere preventivo di due mesi scoppia il caos sull’estradizione. È battaglia anche nei tribunali
Scoppia il putiferio in Messico dopo la notizia dell’arresto in America di Ovidio Guzman, detto “El Raton” (il Topo), figlio del sanguinario boss di Sinaloa Joaquin Guzman, El Chapo. Caos anche nei tribunali quando ieri un giudice federale messicano ha concesso la sospensione del processo di estradizione di Ovidio negli Stati Uniti, dove è detenuto anche il padre.
Secondo quanto riportato dalla stampa messicana, il 32enne Ovidio Guzman sarebbe già stato trasportato in un carcere di massima sicurezza. Il boss El Chapo, padre di Ovidio, sta già scontando negli Usa una condanna a vita per avere trafficato centinaia di tonnellate di droga nel Paese in venticinque anni.
Questo però non ha impedito al suo cartello di risultare, ancora oggi, il più potente del Messico. El Raton, il figlio, è accusato non solo di narcotraffico ma anche di avere commissionato molteplici assassinii. Come riporta El Universal, quotidiano messicano: “Il magistrato ha decretato la sospensione d’ufficio delle procedure di deportazione, espulsione e estradizione dell’imputato, in modo che non siano eseguite e la persona interessata resti nel luogo in cui è a disposizione di questo tribunale”.
Ovidio Guzman, carcere preventivo per il figlio di El Chapo | E’ caos sull’estradizione
Il giudice sulla sospensione dell’estradizione di Ovidio Guzman in Messico, figlio di El Chapo, dichiara esplicitamente che questa scelta è stata presa “solo a tutela della sua libertà personale e affinché non sia consegnato al governo degli Stati Uniti né a quello di nessun altro Stato”.
Inoltre, come riporta il quotidiano El Universal, il magistrato ha anche concesso una sospensione dell’isolamento dell’imputato e disposto che “in base alle disposizioni legali e istituzionali esistenti, si conceda al leader del Cartello di Sinaloa l’autorizzazione a comunicare con i parenti o incontrare i difensori designati”. Tale decisione complica i piani degli Stati Uniti che, invece, chiedono che Guzman junior venga processato non solo perché considerato il leader del cartello di Sinaloa ma anche principale distributore e produttore di fentalyn in America.
Nel frattempo il ministro degli Esteri messicano Marcelo Ebrard ha dichiarato che gli Stati Uniti avranno bisogno di almeno di 3/6 mesi per presentare la documentazione. Ma
un secondo giudice federale ha disposto per l’imputato 60 giorni di carcerazione preventiva e in questo lasso di tempo il figlio di El Chapo aspetterà lo sviluppo del processo di estradizione. Ovviamente i difensori di Ovidio faranno di tutto per evitare l’estradizione del loro cliente. La battaglia tra narcos e polizia è appena iniziata.