La guerra in Ucraina continua anche se per il Natale ortodosso Putin blocca il conflitto: quanto durerà e qual è la posizione di Kiev.
Il conflitto fra Ucraina e Russia va avanti da quasi un anno e l’obiettivo di terminare la guerra non sembra ancora così semplice da raggiungere. La strategia di Putin fa infuriare Kiev e questo è sintomo di una decisione presa direttamente da Mosca che, però, non piace per nulla a Zelensky.
L’appello lanciato dal Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, ha scatenato non poche polemiche all’interno dei due Paesi, così come altrove. Sul campo di battaglia non c’è tregua e ogni giorno muoiono civili e militare in tutte le zone dell’Ucraina.
Il conflitto si ferma per una breve tregua della durata di 36 ore. Il Natale ortodosso cadrà infatti il prossimo 7 gennaio. A deciderlo è Vladimir Putin che ha chiesto all’Ucraina di sospendere le ostilità, non senza polemiche per la vicenda che rischia di inasprire ulteriormente una lunga scia di vittime partita dallo scorso mese di febbraio.
In questo caso non tarda ad arrivare la risposta di Volodymyr Zelensky e del suo Governo. Non c’è spazio per un attimo di tregua, il momento impone grande attenzione e consapevolezza della delicata situazione vissuta.
L’Unione europea non ci sta e replica alle parole rilanciate dalla Russia. Il protagonista del commento è proprio Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, con un messaggio rilanciato su Twitter. “C’è un aggressore: il Cremlino. E una vittima: il popolo ucraino. Il ritiro delle truppe russe è l’unica opzione seria per ripristinare la pace e la sicurezza. L’annuncio di un cessate il fuoco unilaterale è falso e ipocrita quanto le annessioni illegali e grottesche e i referendum che le accompagnano“, commenta.
Tutto è avvenuto dopo un colloquio telefonico avuto fra Putin e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Di fatto era stata respinta la richiesta di un cessato il fuoco unilaterale, nella speranza quanto meno di ottenere uno stop temporaneo al conflitto, così da cercare una soluzione alla fine del conflitto. Il Governo di Ankara si sarebbe nuovamente proposto come mediatore, ma al momento con scarsi risultati.
Le richieste di Putin sono quelle di tenere a sé la Crimea, così come le quattro regioni di Donetsk, Kherson, Lugansk e Zaporizhzhia. Mosca vorrebbe infatti mantenere il nuovo asse, Kiev si oppone e chiede di togliere le truppe dal proprio territorio. La tregua richiesta da Putin arriva subito dopo, mediante le parole del ministro della Difesa Sergei Shoigu, con partenza dalle ore 12 del 6 gennaio e conclusione alle 24 del 7 gennaio 2023.
Il Governo di Kiev ha già risposto a Mosca, con tanto di messaggio che non lascia grossi dubbi a riguardo. La tregua avverrà soltanto quando i russi decideranno di ritirarsi, così come indicato dall’Ucraina.
A parlare della decisione ci pensa anche Joe Biden. Secondo il presidente statunitense, infatti, si tratterebbe di un tentativo, da parte di Mosca, per guadagnare un po’ di ossigeno, specialmente viste le difficoltà incontrate in questi mesi.
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