La notizia della morte di Gianluca Vialli ha lasciato l’Italia intera nello sconforto più totale. La battaglia contro il tumore al pancreas raccontata dallo stesso ex bomber durante i 5 anni di malattia
L’aveva definito un “compagno di viaggio indesiderato che avrei evitato volentieri”. Gianluca Vialli non ha vinto l’ultima battaglia contro il tumore al pancreas ma dal 2017, anno in cui ha scoperto la malattia, non ha mai perso la dignità quando parlava di quello che stava attraversando.
Il capo delegazione della Nazionale è morto questa notte a Londra a soli 58 anni. Dopo l’annuncio del decesso divulgato dalla famiglia di Vialli in una nota, i media nazionali ed internazionali, raccontano dell’ex bomber di Sampdoria e Juve e di come ha vissuto i suoi ultimi cinque anni tra chemioterapie devastanti e quell’appiglio di forza indissolubile.
Già nel 2003, proprio l’ex tc della Nazionale aveva creato la “Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus” con lo scopo di destinare fondi alla prevenzione e la cura del cancro e alla ricerca medico scientifica sulla Sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Infinite le interviste rilasciate dallo sportivo sulla sua malattia. Un libro scritto sul coraggio di affrontare la vita.
Gianluca Vialli e il coraggio di parlare della malattia
Nel libro autobiografico Goals. 98 storie + 1 per affrontare le sfide difficili, Gianluca Vialli ha raccontato senza alcun timore ne vergogna la sua quotidianità con la malattia, senza risparmiare le giornate più dure. Durante una delle interviste rilasciate a riguardo, l’ex bomber diceva: “Indossavo un maglione sotto la camicia per mascherare la perdita di peso”.
Nel 2018, ospite da Fabio Fazio, ha parlato della sua famiglia e di come avrebbero reagito i suoi cari a una tale notizia: “Sapevo che uno dei momenti più complicati sarebbe stato dirlo ai miei cari. Mi sono posto due obiettivi: non morire prima dei miei genitori e portare le mie figlie all’altare”. L’anno successivo, il 2019, un lieve miglioramento del quadro clinico tanto da essere nominato dalla Figc “capo delegazione della nazionale azzurra” formando con l’attuale ct della Nazionale, Roberto Mancini, una coppia magica.
Il brutto male sembrava non dare segni e per Vialli iniziò una risalita, purtroppo culminata nel dicembre del 2021 quando annunciò e la recidiva della malattia: “L’ospite indesiderato è tornato. A volte è presente, altre meno. Spero mi possiate sopportare per tanti altri anni”. Come riporta anche la Repubblica, poi l’ultimo annuncio, quello del 14 dicembre scorso quando Vialli, attraverso un tweet della Figc, comunica di “sospendere temporaneamente il ruolo federale per utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi”.