E’ giunto l’ok dell’Unione Europea sul commercio di grilli in polvere. La notizia mette in subbuglio il settore alimentare italiano, che insorge contro l’iniziativa. La difesa a spada tratta della dieta mediterranea contro l’introduzione di cibi a dir poco esotici.
Filiera Italia sale subito sulle barricate e insorge contro il via libera dell’Unione Europea ai grilli come nuovo alimento da mettere in commercio. Il loro nome ufficiale è Acheta domesticus. Saranno in polvere parzialmente sgrassati.
Il placet è stato stabilito in base al Regolamento di esecuzione della Commissione del 3 gennaio 2023, appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale comunitaria. Stando a quanto si apprende, non mancano coloro che lodano l’alto valore nutrizionale dell’alimento.
Non solo grilli, ma anche locuste e tarme. Questi sono i tre insetti finora approvati dall’Unione Europea, come prodotti commestibili e degni di essere commercializzati per finire sulle tavole dei cittadini dei 27 Paesi membri. Ad ogni modo si rassicura che questi nuovi alimenti recheranno un’etichetta per segnalare possibili reazioni allergiche. I grilli in polvere saranno commercializzati soltanto dalla “Cricket One Co. Ltd”, una società che avrà il monopolio dell’attività per 5 anni, a decorrere dall’entrata in vigore del Regolamento pubblicato in G.U. comunitaria. A meno che un nuovo soggetto non richieda l’autorizzazione per lo stesso scopo commerciale.
La maggiore opposizione all’esotica novità proviene da Filiera Italia. “Mangi pure gli insetti chi ha voglia di esotico, ma è un gioco in malafede promuoverli per una dieta sostenibile in alternativa alla nostra”, dicono dall’associazione che mette in comune mondo agricolo e industria agroalimentare. Luca Scordamaglia, consigliere di F.I. prosegue dicendo: “Nessuna riserva, ci mancherebbe altro, per chi voglia assaggiare cibi esotici, lontani dalla nostra cultura, sbagliato e diseducativo, però, presentarli come alimenti sostenibili da scegliere in alternativa alla nostra dieta perché meno impattanti sull’ambiente”.
Scordamaglia sottolinea ancora: “Si tratta di affermazione false perché la nostra dieta non è solo di qualità, ma a basso impatto ambientale”.Soltanto in Europa, l’agroalimentare italiano inquina 1/3 di quello francese e metà di quello tedesco, si legge. “Molti insetti contengono numerosi elementi antinutritivi che ostacolano il normale assorbimento dei nutrienti […], per non parlare delle sostanze chimiche contaminanti e causa di intossicazione, come quella avvenuta nel 2007 in California per consumo di cavallette importate dal Messico […]”, chiosa il consigliere di Filiera Italia.
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