Non soltanto il caro bollette, ad aumentare e pesare ulteriormente sulle tasche degli italiani ci si mettono anche i pedaggi delle autostrade. Dal 1° gennaio prevista una stangata per nulla gradita agli automobilisti.
Di decreto in decreto, ecco stabilito anche l’aumento dei pedaggi autostradali. La misura sarà in vigore a partire dal 1° gennaio 2023. Montano i malumori sommati al rialzo dei prezzi del gas e alla prudenza sul fronte dei costi dell’energia elettrica dati al momento al ribasso.
Era da 4 anni che non si registravano variazioni sui pedaggi. Di fatto, però, il 2023 comincia con dei rincari, spingendo sul piede di guerra le associazioni a difesa dei consumatori. A questo punto ci si domanda di quanto schizzeranno le tariffe.
La domanda ricorrente è quanto saranno ritoccati i pedaggi dell’autostrada. A memoria ciò non veniva fatto dai tempi della tragedia del Ponte Morandi di Genova. L’accaduto scosse l’interna nazione, mettendo sotto accusa i gestori delle reti autostradali italiane in fatto di manutenzione, ed anche rispetto al tema dei pedaggi in rapporto alla manutenzione effettuata su tutte le arterie.
Ad oggi i consumatori dovranno fare i conti con la riattivazione di un certo automatismo delle tariffe, praticato in passato quasi ogni anno. Tuttavia non è ancora detta l’ultima parola. In merito all’aumento del pedaggio autostradale, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini ha dichiarato in una nota: “Un aumento che sfiorava il 5% è stato scongiurato. Nel nostro Paese, gli incrementi sulle tratte interessate è inferiore all’inflazione”. Nella stessa nota, il ministero ha annunciato anche lo stop agli aumenti sulle Autostrade A24/A25 Roma-L’Aquila Teramo e Diramazione Torano Pescara, su cui sono in corso una serie di approfondimenti per una eventuale riduzione. E’ sempre il Mit a sottolineare gli aspetti positivi di questa operazione: ad esempio, sono scongiurati gli aumenti nella stragrande maggioranza delle società autostradali italiane, visto che il 50% delle arterie è senza incrementi e che gli aggiornamenti delle tariffe sono graduali e tagliati rispetto alle previsioni. “Le decisioni sono state stabilite dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti d’intesa con il ministero dell’Economia – continua la nota – Il risultato è che gli italiani potranno beneficiare di una situazione migliore rispetto ad altri Paesi europei”.
Nella nota il ministero ha annunciato anche lo stop agli aumenti sulle Autostrade A24/A25 Roma-L’Aquila Teramo e Diramazione Torano Pescara, su cui sono in corso una serie di approfondimenti per una eventuale riduzione. Ed è sempre il Mit a evidenziare gli aspetti positivi di questa operazione. Per esempio, sono scongiurati gli aumenti nella maggioranza delle società autostradali italiane. Inoltre, continua il ministro Salvini nella stessa nota: “Le decisioni sono state stabilite dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti d’intesa con il ministero dell’Economia. Il risultato è che gli italiani potranno beneficiare di una situazione migliore rispetto ad altri Paesi europei”.
Il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha annunciato che i pedaggi sulle arterie di competenza di Autostrade per l’Italia da domani, 1° gennaio 2023, aumenteranno del 2%. Dal 1° luglio, invece, sarà prevista un’aggiunta di un altro 1,34%.
Autostrade per l’Italia, detentrice di 3 mila chilometri di carreggiate è tra le prime società ad aver spinto per rialzi del’1,5%. In compenso è stato fatto valere sul tavolo un investimento per l’ammodernamento della rete di circa 21,5 miliardi di euro. Parimenti ad Autostrade si è mosso il Gruppo Gavio, ma in merito non si conosce la percentuale di incremento richiesta.
La possibile impennata dei pedaggi, unitamente al prezzo dei carburanti potrebbe innescare una condizione di instabilità sociale da non sottovalutare. Si parla molto di Unione Europea e armonizzazione delle legislazioni e di altre molteplici aspetti. In Germania, Lussemburgo, Belgio, Danimarca, Olanda, Finlandia e Svezia, le autostrade sono gratuite. In Svizzera e Austria è valido un ticket non legato ai chilometri percorsi.
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