Due preti sospesi e adesso per Natale la decisione di stupire tutti: la messa social ha un preciso motivo. Qual è il motivo che li avrebbe costretti a non celebrare più in chiesa.
Utilizzare i social può essere spesso una scelta controproducente, così come efficace a seconda dei casi, ora c’è però un elemento che potrebbe cambiare lo stato delle cose. La storia mescola fede e tecnologia, mai come in questo caso le polemiche sono tante e per diverse ragioni.
La decisione è importante e arriva in un periodo certamente non semplice per questioni legate a scelte che arrivano dall’alto. I dettagli della vicenda toccano da vicino due prelati attualmente sospesi per alcuni motivi.
Messa sui social con preti sospesi, la storia
La novità riguarda don Gianni Braglia e don Dariusz Mikoda sospesi lo scorso mese di settembre dalla parrocchia di San Benedetto Abate a Modena. L’accusa è di presunte irregolarità amministrative e contabili, datata settembre 2022, ora la decisione di celebrare messa in diretta su YouTube.
Ad organizzare tutto sarebbero stati alcuni parrocchiani, con tanto di messa di Natale celebrata nella struttura Casa di Betania. E pensare che i due parroci sarebbero stati seguiti da 9mila persone in diretta. Non potendo celebrare la messa in parrocchia, di conseguenza, i religiosi si sarebbero trasferiti sui social.
Sulla vicenda è intervenuto il legale Roberto Perghem che ha parlato sulle colonne de Il Resto del Carlino. “Non ci hanno fatto sapere, dopo quasi tre mesi, quali sono le prove d’accusa. La notte di Natale, però, tantissimi fedeli si sono riuniti e collegati, dalle loro case tramite i computer e gli smartphone, per ascoltare l’eucarestia celebrata dai due don“, ha ribadito l’avvocato.
La scelta della Curia
Una nota della Curia aveva parlato di sospensione per gestione economica della parrocchia causata da un passivo di bilancio. La messa della vigilia di Natale non sarebbe stato un caso di celebrazione social, cosa già avvenuta il giovedì precedente, con tanto di migliaia di visualizzazioni.
Nel frattempo sarebbe in atto una decisione su Casa di Betania, luogo nel quale i due sacerdoti alloggerebbero ormai da tempo. La Curia avrebbe deciso di opporsi e non riconoscere il possesso dell’abitazione. I fedeli si sono invece schierati dalla parte dei preti, da qui la decisione di supportare una messa social in Rete, nonostante la sospensione.