Delle pericolose truffe stanno presentando alle vittime un conto salatissimo. A carpire la buona fede dei malcapitati, la strumentalizzazione di blasonati marchi di moda.
Direttamente da Hong kong, l’Italia è destinataria di una micidiale truffa. A condire l’iniziativa criminale l’uso di falsi marchi per attirare l’attenzione e gabbare le ignare vittime. Al pari di questo nuovo piano diabolico, agli inquirenti è già nota la precedente frode dell’anello Cartier.
Le consegne vengono fatte a domicilio. E’ quanto avvenuto ripetutamente a danno di una signora residente alla Balduina, attraverso un fattorino delle Poste.
Dopo il fasullo anello Cartier, ecco recapitata alla signora residente alla Balduina una farlocca sciarpa Burberry. Accortasi dell’inganno, la vittima ha immediatamente bloccato la carta di credito, ma con pochi risultati. La donna è pertanto ripiombata in un nuovo incubo. Tutto ciò a causa di un sito cinese che ha agganciato la sua carta di credito, operando prelievi a iosa. Stavolta si trattava della contraffatta cifra di 3.980 dollari. Il recapito del finto anello Cartier aveva invece causato ammanchi per 250 euro.
Anche in quell’occasione si era trattato di un pacco giunto dalla Cina con un corriere delle Poste. “Ma cos’è? E chi lo ha mai ordinato? – si chiedeva sorpresa la 47enne. Non è possibile che sia mia, deve esserci qualcosa sotto. Figuriamoci se mio marito mi ha comprato un vero anello di Cartier. Sicuramente mi stanno truffando”, sospettava Giulia. E c’aveva ragione: l’anello griffato (finto) era in realtà di plastica, altro che oro!
Scattata la denuncia, prende sempre più piedi lo scenario che le vittime siano molte di più di quanto si possa immaginare. Le truffe online sono aumentate in concomitanza con il periodo natalizio, quando gli acquisti elettronici si moltiplicano. Così è molto probabile che il numero della carta di credito di Giulia sia “finito in qualche circuito straniero, infatti mi era arrivata una strana mail da un corriere in cui mi venivano chiesti 2 euro extra per la consegna di un giubbotto che avevo ordinato per mio figlio come regalo di Natale da parte della nonna” – racconta. Su consiglio dell’avvocato si è precipitata a sporgere denuncia al commissariato di Monte Mario e ha quindi bloccato la carta di credito.
Dall’estratto conto la vittima ha rilevato due movimenti sospetti. Uno di 62,21 euro e l’altro di 197,43, in due date differenti. A ristorare la signora della cifra forzatamente stornata è stata però la banca, avvisata attraverso una mail. “Abbiamo provveduto a rimborsare l’addebito contestato, la somma sarà accreditata sul conto corrente a lei intestato”, hanno risposto dall’istituto di credito. La comunicazione ha anche fatto riferimento al “disconoscimento delle operazioni qui sotto elencate”.
Dalle indagini investigative la città di spedizione del plico è Jiangmen City Guangdong, nella Cina Sudorientale. Mancavano elementi importanti come la fattura, mentre erano ben identificati dati quali mittente (nome fittizio), un indirizzo e un numero di telefono cinese. Tutto ancora da comprendere il meccanismo del sistema truffaldino e il metodo di sottrazione del denaro dal conto corrente. La prossima volta meglio usare la carta prepagata, è più sicura.
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