Mondo del calcio in lutto. È morto Edson Arantes do Nascimento, Pelé. O’ Rei del calcio si è spendo nella sua Brasile dove era ricoverato da diverse settimane
L’ex campione del mondo, considerato il più grande di tutti i tempi, aveva di 82 anni e si trovava in un ospedale di San Paolo alle prese con un cancro al colon.
Pelé si trovava ricoverato dal 29 novembre presso ll’ospedale Albert Einstein di San Paolo. Tutta la famiglia dell’ex giocatore si era stretta attorno a lui nel corso del Natale, trascorrendo al suo capezzale le festività natalizie. Mercoledì scorso i medici avevano informato che la malattia di Pelé era progredita e che l’equipe medica aveva posto maggiore attenzione e cure più attente legate alla disfunzione renale e cardiaca.
Pelé è nato nella città di Três Corações, nel Minas Gerais, e ha conquistato il mondo da adolescente. Nel corso della sua carriera, durata 19 anni, ha segnato un totale di 1.283 gol in 1.363 partite.
Pelè, se ne va l’unico giocatore ad aver vinto tre Coppe del Mondo
A inspiração e o amor marcaram a jornada de Rei Pelé, que faleceu no dia de hoje.
Amor, amor e amor, para sempre.
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Inspiration and love marked the journey of King Pelé, who peacefully passed away today.Love, love and love, forever. pic.twitter.com/CP9syIdL3i
— Pelé (@Pele) December 29, 2022
L’ex attaccante brasiliano è l’unico giocatore ad aver vinto tre Coppe del Mondo, conquistando i tornei del 1958, 1962 e 1970. La sua prima partecipazione alla Coppa del Mondo all’età di 17 anni, in Svezia.
Subito dopo la sua morte nel suo account Twitter è stato pubblicato un messaggio con una foto dell’ex giocatore sorridente: “L’ispirazione e l’amore hanno segnato il cammino di Re Pelé, che oggi si è spento serenamente. Amore, amore e amore, per sempre“. le parole usate per divulgare al mondo la scomparsa del Re del calcio.
Anche su Instagram è apparso un messaggio da parte della figlia della leggenda del calcio: “Tutto ciò che siamo, è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace“. ha scritto con l’aggiunta dell’emoticon di due cuori e una foto delle sue mani “intrecciate” con quelle di sorelle e nipoti, la figlia di Pelé, Kely Nascimento. O Rei lascia la moglie Nomi Aoki e sette figli.
Figlio d’arte di un calciatore che ebbe poca fortuna, Dondinho, non ha mai saputo spiegare l’origine del suo nome, e in privato, lui così popolare e pubblico, regalava persino momenti di grande pudore.
Eterno Pelé
Generazioni di bambini hanno provato il colpo da fuoriclasse ispirandosi a Pelé su un prato di periferia, un cortile, un campetto. E in effetti chiunque poteva ispirarsi per una piccola parte a lui, che era fuoriclasse in tutto: destro, sinistro, velocità, dribbling e colpo di testa. Per lui si sono sprecate le iperboli. Atleta del secolo (assegnato dal Cio nel 1999), calciatore del secolo (ex aequo con Maradona).
O Rei è stato con Muhammad Ali’ l’atleta piu’ celebre della storia, famoso nei punti piu’ remoti del mondo come nelle grandi capitali. Nessun altro sportivo ha avuto piu’ spettatori di lui, e la sua faccia è tuttora, molti anni dopo il suo ritiro, tra le piu’ popolari del pianeta. ”Sono conosciuto piu’ di Gesù Cristo”, disse anni fa in un’intervista all’ANSA. Una frase che gli attirò critiche: ma a pensarci bene non aveva torto perché “anche se è una cosa blasfema – spiego’ – c’e’ una logica. Io sono cattolico, e so cosa significhi Gesu’ con i suoi valori.
Ma nel mondo e’ pieno di gente che crede in altro: in Asia , ad esempio, ci sono centinaia di milioni di buddisti. Magari non sanno chi e’ Cristo, ma di Pelé hanno sentito parlare…”. Nel mondo, più prosaicamente, c’è anche gente che crede che un altro fenomeno del calcio, Maradona, gli sia stato superiore. “Falso – rispose in quell’intervista -, basta guardare i fatti. Sapete quanti gol di testa ha segnato Diego? Ve lo dico io, nessuno: Pelé cento. E di destro?….in tutto io ho segnato quasi 1300 reti, vi dice niente questo dato? Il problema é che gli argentini non si rassegnano, mi hanno contrapposto prima Di Stefano, quindi Sivori, poi Maradona. Prendano atto del fatto che comunque io valgo più di tutti e tre“.
E’ stato intervistato e fotografato più di qualsiasi altra persona: statisti e divi del cinema. E’ stato accolto da ‘Rei’ in 88 nazioni, e ricevuto da 70 premier, 40 capi di Stato e tre Papi. In Nigeria venne dichiarata una tregua di 48 ore ai tempi della guerra con il Biafra perche’ tutti, da entrambi gli schieramenti, potessero vederlo giocare. Lo Scia’ di Persia lo aspetto’ tre ore in un aeroporto solo per potersi fare una foto con lui, le guardie alle frontiera cinese abbandonarono i loro posti e si spostarono a Hong Kong, attirandosi le ire del regime, solo perche’ avevano saputo che la Perla Nera si trovava quel giorno nella citta’-colonia. In Colombia Pelé fu espulso durante una partita, e la folla invase il campo costringendo l’arbitro alla fuga. Il match riprese solo con il ritorno in campo del grande brasiliano, a quel punto la folla torno’ disciplinatamente sugli spalti.
Iperboli su iperboli, numerose quanto i suoi gol. Ma a ben pensarci tutte insieme non lo raccontano come il gesto plastico della rovesciata nel film Fuga per la vittoria o il gol di testa all’Italia nella finale del mondiale 1970, con Burgnich annichilito dalla sua sfida alla forza di gravità.