Dopo la riapertura delle frontiere decisa da Pechino, cresce in tutto il mondo l’allarme per una recrudescenza della pandemia. In Italia imposto l’obbligo di tamponi per chi arriva dalla Cina. “Il Covid non è archiviato, ma non stiamo rivedendo i fantasmi del 2020”. Lo dice in esclusiva a Free.it il professor Roberto Cauda, del Policlinico Universitario Agostino Gemelli
La domanda è: Covid, ci risiamo? Con l’apertura delle frontiere voluta da Pechino infatti, è di nuovo scoppiato l’allarme in tutto il mondo per una nuova impennata dei casi legati al virus.
Dalla Pandemia si stava lentamente andando verso l’endemia, ed ora la paura attanaglia l’Europa e non solo. Intanto in Italia è stato imposto l’obbligo di tamponi per chi arrivi dalla Cina. Fari puntati sugli aeroporti di Roma e Milano. A Malpensa infatti un passeggero su due è risultato positivo al Covid. Ma anche a Fiumicino previsto lo screening. Sempre nella Capitale l’ospedale Spallanzani lancia il monito sulla possibile diffusione di nuove varianti. In particolare l’attenzione è alta sulla sottovariante XBB.1.5, nota anche col nome di Gryphon.
Il governo cinese ha intanto rassicurato sulla situazione epidemiologica che sarebbe sotto controllo malgrado il rimbalzo dei casi rilevati nelle ultime settimane dopo l’allentamento delle restrizioni. Ma le informazioni che arrivano dal continente asiatico e che riguardano le infezioni da Covid sono poche e i numeri potrebbero non essere quelli che ufficialmente vengono diffusi. La domanda banale ma inevitabile a questo punto è: occorre davvero avere paura? Anche il nostro Paese rischia di ripiombare nelle chiusure, in nuove restrizioni a causa di contagi record? “Il Covid non è archiviato, ma non stiamo rivedendo i fantasmi del 2020”. Lo ha detto in esclusiva a Free.it il professor Roberto Cauda, del Policlinico Universitario Agostino Gemelli.
Professor Cauda, la domanda è d’obbligo. A leggere certi titoli di giornali sembra quasi che l’incubo Covid si stia ripresentando con prepotenza. Lei cosa pensa?
“Intanto penso sia giusto riportare l’attenzione di tutti sul Covid, che non è stato archiviato, perchè ad esempio il numero di morti resta ancora elevato, ma di certo mi sento di dire che non stiamo assolutamente rivivendo l’incubo del 2020. A distanza insomma di quasi 3 anni dall’inizio della pandemia, abbiamo una situazione completamente diversa, nonostante in molti non abbiano completato il percorso vaccinale. Possiamo secondo me guardare alle notizie di questi giorni con una relativa tranquillità”
Eppure a Malpensa come a Fiumicino si torna a fare tamponi per chi arriva dalla Cina? Che segnale è questo professore?
“Un segnale di attenzione doveroso. Trovo giusto infatti tamponare i passeggeri dei voli in arrivo dalla Cina, come è giusto imporre quarantene davanti ai casi di positività. Ecco, dico anche, ed è una concetto che ho espresso anche in tempi passati, che certi protocolli non si applichino ad una sola nazione. Occorrerebbe creare a mio parere una cabina di regia europea.”
E se guardiamo a quanto accade in Cina e che comunque ha dei riflessi nel resto del mondo, cosa dobbiamo pensare?
“Occorre stare sulla notizia, è inevitabile e doveroso, ma aggiungerei che bisogna guardare alla realtà delle cose con occhi diversi: non possiamo fare finta che nel mondo non esistano milioni di persone che si siano vaccinate…”
E allora professor Cauda, cosa è successo in Cina e cosa continua a succedere?
“Intanto ricordiamoci bene che in Cina è stata seguita, mi pare senza grandi successi, una politica zero contagi. Mi viene in mente un’immagine: è come una pentola a pressione a cui togli il coperchio! Alla situazione attuale concorrono infatti diversi fattori. Partiamo dall’elencare il primo. La popolazione cinese si è poco vaccinata, e non lo ha fatto soprattutto tra le persone anziane e fragili. In Cina si è preferito il vaccino a virus ucciso piùttosto che quello a RNA. Poi la popolazione ha ripreso a vivere dopo un lungo periodo o lunghi periodi di reclusione, quindi il Covid ha girato poco e il processo di immunizzazione naturale è stato ed è decisamente basso. Non voglio parlare della sanità cinese, perchè conosco poco di come stiano effettivamente le cose. Eccoli i principali motivi di quello che accade oggi”.
E quindi professore cosa crede si debba fare ora?
“Intanto ricordarsi che rispetto a prima, ovvero alla fase iniziale della pandemia abbiamo le cure, e non mi pare un dettaglio da poco. Anzi… Poi, sperando di non essere smentito, credo che Omicron 5 resti dominante, ma ovviamente sono favorevole a sequenziare, sequenziare e sequenziare… E ultimo ma non ultimo: chi non avesse completato il proprio ciclo vaccinale, lo faccia. Discorso che vale per chi non ha fatto la terza dose, o per anziani e fragili che debbono fare la quarta e la quinta”
Restrizioni per ora non se ne intravedono….
“Sta accadendo che i numeri dalla Cina preoccupano anche perchè stavamo vivendo tutti una stanchezza da pandemia, ci stavano decisamente avviando verso l’endemia…ma torno a ripetere, non arrivo a dire che con ufficialità che la Cina sia un fatto locale e non globale, ma di certo quei dati che oggi ci allarmano, si riferiscono ad un coacervo di situazioni”
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