Il giallo di San Martino di Lupari, in provincia di Padova, ha avuto una svolta con il fermo della figlia maggiore della coppia brutalmente aggredita. Uccisa la madre, gravissimo il padre. Gli investigatori stanno ricostruendo movente e dinamica del tentato duplice omicidio
Diletta Miatello, anni 51, ex vigilessa, laureata in psicologia. Un matrimonio fallito, il figlio affidato al padre.
Aveva perso il lavoro, e pare forse che nella sua testa, ci fosse l’idea che a porre fine alle sue problematiche economiche, dovessero essere gli anziani genitori. Diletta dunque voleva il denaro e così spinta forse dal suo demone interiore ha infierito sui corpi della madre e del padre. La donna è morta, l’uomo che ha 89 anni, versa in condizioni gravissime. E’ la ricostruzione fatta fin qui, del movente che i carabinieri del Reparto operativo di Padova intravedono dietro il massacro scoperto nella tarda mattinata di ieri nella villetta bifamiliare di San Martino di Lupari, nella provincia di Padova.
A scoprire l’orrore è stata l’altra figlia della coppia di anziani coniugi. Chiara, questo il nome della donna, vede la madre Maria Angela Sarto priva di vita. Il suo volto era una maschera di sangue. Era a terra, senza vita nella sua camera da letto. Giorgio Miatello invece era in soggiorno. in passato era stato un agente di commercio. Quando è stato trovato aveva profonde ferite alla testa, eppure con la voce appena soffusa era riuscito a pronunciare il nome di chi aveva compiuto una simile mattanza. L’uomo fa il nome della figlia. La donna per colpire più e più vote madre e padre aveva usato tutta una serie di oggetti contundenti trovati nell’abitazione. Anche cocci di vasi.
Dopo la brutale aggressione era fuggita guidando la sua macchina, una Panda e si era rifugiata in un hotel della provincia di Vicenza. Poi era uscita a fare la spesa. Lo ha raccontato il titolare dello stesso albergo. La donna non lasciava intravedere la minima emozione, non appariva particolarmente scossa o agitata. Alle 15.30 di ieri, gli uomini dell’Arma hanno però bussato alla porta di quella stanza. I carabinieri l’hanno rintracciata grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza montate in un uscita dal paese. Quando i militari sono arrivati, Diletta Miatello non ha opposto la minima resistenza e non ha pronunciato nemmeno una parola. Carabinieri ed investigatori sostengono che la presunta responsabile della aggressione culminata con la morte della madre, sia fortemente instabile psicologicamente.
Diletta è stata quindi condotta in carcere con l’accusa di omicidio e sono quindi cominciate le ricostruzioni dei fatti avvenuti nella villetta, ma anche della vita passata della donna. Diletta era riuscita a vincere il concorso nei vigili e dunque era risultata idonea a portare un’arma. Mentre lavorava era anche riuscita a laurearsi in psicologia, poi la relazione con un collega e la costruzione di una famiglia. Fino a quando qualcosa si è interrotto e il destino è cambiato irrimediabilmente. Durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto, Diletta non avrebbe reso alcuna ammissione. Restano intanto gravissime le condizioni del padre, che era stato portato in elisoccorso all’ospedale di Padova. La sua prognosi è riservata.
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