Sinisa Mihajlovic, il ricordo di Dejan Stankovic fa commuovere i tifosi: l’ex centrocampista parla senza remore. La confessione.
Sinisa Mihajlovic è un uomo senza tempo per quello che ha fatto in campo e la persona che ha dimostrato di essere fuori. La morte improvvisa, a 53 anni, ha scosso tutti. Nonostante il tecnico abbia dato prova di grande tenacia fino alla fine dei suoi giorni combattendo contro la leucemia che aveva scandito gli ultimi anni della sua vita. Un calvario durato più di mille giorni tra alti e bassi. Ritorni in panchina a Bologna, di cui Sinisa è cittadino onorario, e non solo. L’impressione di farcela, la cura contro il Covid e tanti altri passaggi intermedi che hanno fatto ben sperare ma non è bastato.
Resta la lezione più importante: vivere intensamente senza mai rimandare nulla, mai darsi per vinti e vietato rimuginare. Semmai riflettere, ma senza pensare al peggio. La rassegnazione non è un’ipotesi: per questo Sinisa era un punto fermo sia per la famiglia, ma anche per tutti coloro che hanno tratto insegnamenti utili dalla sua epopea. Una favola culminata con amarezza, ma prima c’è tanto da conservare e ricordare.
Morte Sinisa Mihajlovic, il toccante ricordo di Dejan Stankovic: “Un vuoto immenso”
Quando non basta riassumere tutto in poche parole, il senso lo trova Dejan Stankovic, suo compagno all’Inter e alla Lazio dove – appena arrivato – il serbo lo aveva preso sotto la sua ala protettrice: “Mi è stato vicino come nessuno – racconta al Secolo XIX – la sua morte mi ha sconvolto come poche cose al mondo. Sono fortunato ad avere ancora tutti i miei cari, ma il suo esempio resterà impresso nel tempo. Ho finito davvero le parole”.
Questa testimonianza accorata si somma alle immagini indelebili di Stankovic che porta a spalla il feretro fuori dalla chiesa nel cuore di Roma: Capitale a cui Sinisa era molto affezionato. “Appena posso torno qui”, diceva sempre. Motivo per cui non ha mai lasciato davvero casa a Roma dove adesso vivono moglie e figli. Una famiglia numerosa nutrita dall’affetto del difensore che lascia comunque un buon ricordo e qualcosa di importante su cui seminare.
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L’unione che ha veicolato dentro e fuori dal campo, al punto che anche tanti colleghi lo ricordano con la stessa intensità dell’ex centrocampista biancoceleste oggi tecnico. Tante sono ancora le sfide che si presenteranno, ma affrontarle nello stesso modo di Mihajlovic – non solo rispetto alla malattia – lascerà qualcosa in più.