Un altro caso di contaminazione alimentare si registra in queste ore in Italia. A farne le spese il caffè, la bevanda nazionale più richiesta e consumata secondo i canoni di un rito. Interviene il Ministero della Salute.
Il caffè è un prodotto particolarmente richiesto in tutta Italia. Da Nord a Sud l’augusta bevanda viene consumata in casa come al bar, scandendo i tempi della giornata ma senza dubbio il suo inizio.
Il caffè è infatti immancabile durante la prima colazione e dopo i pasti. Correda molteplici incontri e conversazioni tra a amici e conoscenti, ed ha funzioni sociali (come a Napoli la pratica del caffè sospeso) e terapeutiche contro l’andirivieni della vita quotidiana. Tuttavia è notizia di queste ore che percentuali di ocratossina, sostanza con rischi cancerogeni, sarebbero stati riscontrati in alcune capsule. Ecco quali.
Il provvedimento del ritiro dei lotti disposto dal Ministero della Salute è stato avviato in via precauzionale. Ad essere interessante sono state le cialde e capsule di caffè. L’iniziativa di via viale Ribotta risale al 23 dicembre scorso ed è stata indirizzata ad alcune case produttrici con l’intento di ritirare talune confezioni di caffè che potrebbero essere coinvolte nel rischio contaminazione di ocratossina.
Il Ministero ha altresì rivolto un avviso ai consumatori che potrebbero averle acquistate. Il sospetto è che la sostanza cancerogena per i reni possa aver superato i livelli di guardia. Il consiglio è quindi quello di riconsegnare la merce al punto vendita di provenienza.
Le case produttrici destinatarie dell’intervento del Ministero della Salute sono le seguenti: “Caffè Trombetta, capsule di arabica in confezioni da 10, lotto 02AD07B; Caffè Consilia, cialde di arabica in confezione da 18, lotto 01DD04B; Caffè Consilia, capsule di arabica in confezione da 16, lotti 01ND02B e 01ND03B; Caffè Zio d’America, capsule di arabica in confezione da 50, lotto 02CD05B; Caffè Zio d’America, capsule di arabica in confezione da 10, lotto 01CD07B”.
Riguardo al pericolo contaminazione sono state avviate accurate indagini anche alla luce dei danni che è capace di provocare l’ocratossina. Si tratta di una microtossina molto resistente che si produce con alcune muffe. Inoltre può attecchire in diversi alimenti, quali cereali, frutta secca, vino e per l’appunto il caffè. Secondo gli studi condotti in materia dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) l’ocratossina è dannosa per il dna. La sua azione sui reni è nefrotossica, in grado cioè di alzare i livelli di proteine nelle urine. Di più la tossina è talmente resistenze da annidarsi nei tessuti animali rendendo anche la carne tossica.
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