Legge di Bilancio, smartworking e bonus psicologo: cosa cambia rispetto al passato

Legge di Bilancio, smartworking e bonus psicologo due punti cardine su cui si discute: non solo pensioni e rincari all’ordine del giorno.

Legge di Bilancio, prosegue il tira e molla tra maggioranza e opposizione sul provvedimento: bocciati alcuni emendamenti, come quello sul POS e contanti che aveva fatto discutere l’Europa. Grande apprensione per l’eventuale scudo fiscale verso i grandi evasori. Provvedimento, poi chiarito dagli organi di Governo, che poteva essere inserito nella manovra ma – di fatto – non è mai entrato. Solo una proposta, dunque: tanto basta, però, per far scaldare gli animi.

Smartworking
Smartworking, le novità (ANSA)

C’è la possibilità che il testo venga approvato – riveduto e corretto – nel primo pomeriggio. Tanti restano gli interrogativi e gli enigmi. Qualche certezza in più, invece, su smartworking e bonus psicologo. Termini con cui abbiamo imparato a familiarizzare prima, dopo e soprattutto durante la pandemia. Ora la svolta: i lavoratori pubblici potranno continuare a lavorare in remoto fino al 31 marzo. I genitori con figli sotto i 14 anni sono, però, esclusi dal lavoro agile.

Legge di Bilancio, smartworking e bonus psicologo al vaglio: cosa cambia

Significa che possono continuare a utilizzare lo smartworking anche dopo la fine di marzo. Gli altri dovranno mediare, cioè dividere – per chi lo ritenesse opportuno – la settimana in due: metà in ufficio e metà da casa. Questo il nuovo rapporto che cambierà notevolmente la gestione e l’organizzazione del lavoro. Le nuove forme d’impiego si stabilizzano attraverso modalità diverse, ma sempre efficaci.

Bonus psicologo Legge di Bilancio
Bonus psicologo, si cambia ancora (ANSA)

Restano, invece, le dolenti note: quelle relative al bonus psicologo. Polemiche sulla pubblicazione delle graduatorie, tanti sono stati scartati dopo aver presentato domanda: il contributo, nello specifico, è stato innalzato da 600 a 1500 euro. Per questo anche i criteri sono più stringenti, ma la maggioranza farà di tutto – parola di Giorgia Meloni – per allargare ulteriormente le maglie di approvazione.

Banco di prova per il Governo: questa manovra rappresenta il primo vero stallo per Meloni e colleghi che cercano di mediare, anche rispetto alle costanti pressioni da parte dell’UE. L’Europa ha chiesto, nello specifico, un atteggiamento più responsabile e utile alla collettività: l’ammonimento – non solo all’Italia – da parte del Presidente Metsola arriva forte e chiaro. “Non siamo in vendita”, il riferimento era al Qatargate ma non solo. La guardia resta alta, in attesa di ulteriori sviluppi tanto agli interni quanto in politica estera.

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