Via libera della commissione Bilancio della Camera all’emendamento che alla manovra che apre alla possibilità di abbattimenti di fauna selvatica per motivi di sicurezza stradale anche in aree protette e in città. L’emendamento, a firma Foti.
Gli animali selvatici potranno quindi essere cacciati in città, a tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale, e poi anche mangiati, dopo le analisi igienico-sanitarie.
“Hanno deciso l’abbattimento di animali protetti in aree vietate alla caccia per fare un favore alla lobby venatoria e delle armi. Daremo battaglia in Parlamento, ma il nostro esposto all’Unione Europea è già pronto perché siamo convinti che l’Italia sarà messa in mora con l’avvio di una procedura d’infrazione contro il governo italiano“, ha detto Angelo Bonelli, deputato di AVS e portavoce di Europa Verde, che ha partecipato ai lavori della commissione bilancio.
In compenso, Avs ottiene il rifinanziamento con un milione del fondo per la cura e il recupero della fauna selvatica. Nonostante la limitatezza delle risorse non manca, come in ogni manovra, la carica dei micro-interventi in tutti i settori.
Nel testo non si parla espressamente di cinghiali, ma di questi si è discusso (e urlato) nell’esame dell’emendamento proposto da FdI, il primo a essere valutato in commissione Bilancio, e l’ultimo a essere approvato sette giorni dopo, quando la conclusiva seduta notturna sembrava ormai già chiusa.
Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano – recita l’emendamento – per la tutela della biodiversità, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali e ittiche e per la tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, anche nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto.
Qualora i metodi di controllo impiegati si rivelino inefficaci – continua il testo – le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono autorizzare, sentito l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, piani di controllo numerico mediante abbattimento o cattura. Le attività di controllo di cui al presente comma non costituiscono attività venatoria.
Le autorità deputate al coordinamento dei piani possono avvalersi dei proprietari o dei conduttori dei fondi nei quali si attuano i piani, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio e previa frequenza dei corsi di formazione autorizzati dagli organi competenti, si legge ancora nel testo.
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