Affiorano nuovi particolari sul giro d’usura ed estorsioni dei Castelli Romani, dove due coppie di strozzini imponevano tassi fino al 940%. A sgominare l’organizzazione criminale ci hanno pensato i carabinieri. Se le vittime cominciavano a non pagare, gli usurai andavano giù duro con le minacce.
Complessivamente i tassi d’interesse comprendevano una forbice vasta e salatissima: dal 120 al 940%. Per il piano criminale concretizzato con sistemica perfidia, sono state arrestate 4 perone: Marco Bottiglieri e la moglie Barbara Guidi e Daniele De Belardini e la di lui coniuge Gianna Brunetti.
Come reso noto dal Gip, ognuno espletava un ruolo preciso. Per esempio De Belardini e Brunetti erano “mediatori e riscossori”; altresì occupandosi della contrattazione dei nuovi finanziamenti e della riscossione delle somme mese per mese. Le indagini hanno scoperchiato una rete delinquenziale più ampia rispetto al raggio d’azione delle due coppie dedite all’usura. A collaborare con la banda erano infatti altre 4 persone, impegnate nel traffico di sostanze stupefacenti.
Strozzini dei Castelli: nuovi sconvolgenti dettagli
Nel corso delle indagini sono venuti a galla ulteriori drammatici aspetti di quella che è ormai considerata una inquietante e squallida vicenda di strozzinaggio senza scrupoli. La coppia Bottiglieri-Guidi, in particolare, si serviva di un camino dove occultare gli strumenti del crimine unitamente alle loro nefandezze. Le forze dell’ordine hanno scovato falsi bigliettini da visita in cui i due si spacciavano come consulenti finanziari, con tanto di logo altisonante e richiami ad una terminologia inglese per impressionare le ignare vittime.
I militari dell’Arma hanno pure fatto luce su una lista di circa 110 nomi ritrovata in un’ agenda, dove erano registrate le entrate giornaliere quantificabili in migliaia di euro. Una situazione che faceva a pugni con quanto dichiaravano i coniugi: solo 33 mila euro all’anno a fronte di entrate (illegali) che potevano arrivare a 6.800 euro al giorno. Una vicenda che andava avanti da anni, e che secondo una stima avrebbe fruttato almeno 600 mila euro. La ricchezza di Bottiglieri e Guidi poteva contare anche su una collezione di Rolex nascosti nell’armadio, stimata almeno 260 mila euro. Quello che è venuto fuori è l’agghiacciante spaccato di quanto di terribile possa avvenire nella provincia italiana, con un giro che si estendeva fino alla Capitale.
Coppia di strozzini: la testimonianza delle vittime
La coppia criminale non era soltanto capace di arricchirsi illecitamente, ma anche di terrorizzare senza pietà le vittime. “Io sono andata in rovina per avere chiesto mille euro in tempo di Covid – sostiene a Repubblica una ex parrucchiera rimasta senza lavoro – perché appena ritardavo mi alzavano i mesi in cui avrei dovuto estinguere il prestito”. Ancora la donna aggiunge: “E, poi, arrivavano le minacce se non si pagava nei tempi prestabiliti”. Al riguardo fioccano nel racconto gli aspetti più impressionanti: “Arriva il boss sotto casa tua, arrivano quelli”, dicevano.
Ma non solo: “Ho vissuto nella paura per mesi. Ho dovuto riconsegnare 3.200 euro”, riferisce un’infermiera. Ascoltando attentamente le testimonianze, si nota come tutte le vittime siano accomunate dalla paura di denunciare. La tecnica degli usurai era sempre la stessa. Presentarsi come amici con la soluzione in tasca, salvo poi gettare la maschera intimando di attenersi alle regole stabilite da presunti superiori gerarchici. Parimenti consueta a chi esercita l’attività criminale era soluzione in caso di ritardi nei pagamenti: “Vengo a casa tua e ti squarto”.