Omicidio Carol Maltesi, nel processo sfilano le testimonianze di periti e psichiatri della difesa, Davide Fontana, assassino della donna “La voleva tutta per sè”. Chiesta una nuova perizia psichiatrica
L’11 gennaio del 2022 Davide Fontana, 42 anni, sgozza e fa a pezzi Carol Fontana nella sua abitazione di Rescaldina nel milanese. Il corpo della vittima venne nascosto per due mesi in un congelatore e infine venne gettato dentro alcuni sacchi della spazzatura in un dirupo a Borno, nel Bresciano.
Il 28 marzo, quindi due mesi dopo la morte sconcertante della donna, l’omicida viene arrestato dai carabinieri. Il processo è in corso da tempo, e in queste ore si ci sono state udienze salienti che potrebbero scrivere o riscrivere percorsi giudiziari diversi nei confronti del banchiere milanese che ha prima ammazzato, poi seviziato la povera Carol.
La vittima aveva solo 26 anni e lui, il suo assassino non voleva perderla, e l’amava come fosse un oggetto di sua proprietà. L’11 gennaio, ultimo giorno di vita per Carol Maltesi, la donna riceve una telefonata. Era il suo ex, le diceva, le parlava della possibilità di un trasferimento a Verona. Davide Fontana è lì, ascolta quella chiamata e la intercetta come una cosa pericolosa per se stesso, per il futuro che evidentemente immaginava, ipotizzava sognava con Carol. Come scrive anche il Corriere Veneto, quella conversazione per Davide Fontana sarà come “una lama in quella parte vulnerabile in cui si stava concentrando sui loro progetti futuri”.
Sarebbe questa dunque la tesi richiamata in aula da parte degli psichiatri della difesa. L’assassino quindi non avrebbe agito con premeditazione, ma l’idea di uccidere Carol in quella maniera disumana, sarebbe maturata nella mente di Davide solo dopo la telefonata dell’ex. Perchè Fontana “Era innamorato di Carol in modo infantile, come un dodicenne”. Quando la follia omicida deflagra irrimediabilmente, Davide e Carol stavano girando un video Hard nell’appartamento della vittima. La ragazza indossava un cappuccio che ovviamente non consentiva a Davide di vederle il volto. Un dettaglio secondo gli psichiatri di parte non da poco, perchè se Fontana avesse visto in viso Carol, non è possibile sapere se avrebbe mai potuto compiere quell’omicidio.
E’ su questo, o comunque anche su questo che gli psichiatri della difesa dell’imputato punterebbero per fare in modo che Davide eviti l’ergastolo, pena alla quale potrebbe essere condannato in virtù dell’atto compiuto. Ma nei confronti del reo confesso il collegio difensivo ha chiesto dunque un nuovo accertamento psichiatrico: Davide Fontana quando ha ammazzato Carol Maltesi era davvero capace di intendere e di volere? Il Tribunale a Busto Arsizio (Varese), la Corte D’Assise ha accolto la richiesta dell’ avvocato Stefano Paloschi. Sia l’accusa che gli avvocati di parte civile si sono invece opposti. L’incarico verrà conferito ad uno specialista, nominato perito dalla stessa Corte, a gennaio prossimo.
Tornando alla richiesta, accolta, del legale di Fontana, la perizia sarà determinante e appunto si concentrerà su quella telefonata ricevuta da Carol, ma ovviamente prenderà in considerazione soprattutto il video che i due stavano girando. Bisogna capire, determinare quando la scintilla omicida sia scoppiata. Va chiarito se Davide sia un sadico o un normale uomo medio. Quel che è certo invece ai familiari della vittima, è che la mamma di una bimba di soli 6 anni è stata tolta al mondo per la volontà omicida di qualcuno e questo qualcuno si chiama appunto Domenico Fontana.
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