I funerali di Davide Rebellin , l’ex campione vicentino deceduto lo scorso 30 novembre dopo essere stato travolto da un tir mentre si allenava con la sua bici, si celebreranno venerdì prossimo. L’autopsia ha confermato le cause della morte
Il nulla osta è arrivato dalla Procura di Vicenza. Sarà così possibile celebrare i funerali dell’ex campione di ciclismo, travolto e ucciso da un tir mentre era in sella alla sua bici, lo scorso 30 novembre.
La funzione funebre verrà celebrata a Lonigo venerdì 23 dicembre. E’ lì che i familiari di Davide Rebellin vivono ancora, è lì che il ciclista è cresciuto. Per consentire a tutti coloro che vorranno omaggiarlo di un ultimo saluto, verrà sicuramente allestita una camera ardente. L’incidente in cui morì Rebellin, lasciò sconvolta l’opinione pubblica. Il noto campione, 51 anni anni era stato dapprima urtato poi travolto da un camion vicino allo svincolo autostradale di Montebello Vicentino. Dalle prime ricostruzioni che vennero fatte sul luogo della tragedia, il tir stava uscendo da una rotatoria quando avrebbe preso in piena lo sportivo che si stava allenando. Rebellin morì sul colpo. A riconoscere la bici del campione era stato il fratello della vittima. La compagna di tante avventure sportive, era completamente accartocciata
Rebellin aveva deciso di concludere la sua carriera nel ciclismo professionistico soltanto un mese prima. Era nato a Verona, aveva vinto una Amstel Gold Race, tre edizioni della Freccia Vallone e una tappa del Giro d’Italia a 43 anni. Era stato argento ai Giochi di Pechino, ma la medaglia gli fu revocata dopo che risultò positivo a un controllo antidoping. Oggi l’uomo e il campione non ci sono più e le notizie diffuse dalla stampa, raccontano i dettagli strazianti dell’autopsia che è stata completata soltanto nella giornata di ieri. Le indiscrezioni che sono trapelate dell’esame che è stato condotto davanti ai periti di parte dall’anatomopatologo Vito Cirielli, confermerebbero il decesso per schiacciamento.
Esclusi malori, arresti cardiaci. Insomma, Davide Rebellin mentre pedalava stava bene e quel fatale incidente non è avvenuto per cause dipendenti da problemi di salute, ma stando a quanto avrebbe accertato il pm Claudia Brunino a provocare la morte di Rebellin sarebbe stato quel tir con targa tedesca il cui autista è fuggito senza prestare soccorso. Ma la collaborazione tra i carabinieri di Vicenza e la polizia tedesca, avrebbero consentito di individuare l’uomo. Si chiama Wolfgang Rieke, ha 62 anni ed è è stato denunciato ma resta libero poiché la giurisdizione tedesca non prevede il reato di omicidio stradale.
E se in un primo momento, si era ipotizzato che l’autista del tir non si fosse accorto di aver impattato irrimediabilmente contro Davide Rebellin, indagini successive avrebbero appurato che invece l’uomo si fosse accorto di tutto. Si era addirittura fermato dopo l’incidente in un parcheggio vicino per controllare la carrozzeria del camion. Ma, dettaglio inquietante, il conducente del tir sarebbe anche tornato indietro, dove aveva investito il campione veneto. Foto di testimoni comproverebbero la sua presenza. Dunque, anche se il medico legale incaricato dell’autopsia consegnerà la relazione ufficiale non prima di 60 giorni, i primi risultai avrebbero confermato i traumi da schiacciamento e nessuna escoriazione da trascinamento.
Due ore sarebbe durato l’esame sul corpo di Rebellin. Un esame definito necessario dal legale della famiglia, come riportato anche dal Corriere della Sera “Per dissipare qualunque dubbio circa l’improbabile eventualità di un malore”. Anche perchè, con ogni probabilità la morte di Rebellin finirà in tribunale, per accertare almeno una verità processuale, per dare giustizia alla fine straziante del campione e dell’uomo.
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