Un terremoto dietro l’altro nel mondo del calcio. Dopo le dimissioni di venerdì da presidente della Lega Pro di Francesco Ghirelli, oggi si sono aggiunte anche quelle del numero uno dell’AIA, Alfredo Trentalange.
Sono arrivate alla vigilia di un consiglio federale che all’ordine del giorno aveva anche la “situazione Associazione Italiana Arbitri e provvedimenti conseguenti“. Questo perché secondo l’avviso di chiusura delle indagini da parte della procura federale erano emersi “comportamenti disciplinarmente rilevanti” da parte di Trentalange sul caso Rosario D’Onofrio, ex procuratore capo AIA arrestato per traffico di droga internazionale.
Sul tavolo delle Federcalcio era già pronto il provvedimento di richiesta di commissariamento che domani sarebbe stato messo al voto in consiglio. Una mossa che ha innescato le dimissioni di Trentalange e che Gravina pensava potessero arrivare molto prima visto che nell’ultimo consiglio federale era stato proprio il numero uno della Figc a dire: “sono certo che se dovessero emergere ulteriori elementi, sarà Trentalange stesso a fare per primo un passo indietro“. A quegli elementi ha fatto poi riferimento l’avviso di chiusura indagine di Chinè.
Ora l’AIA avrà 90 giorni per andare a elezioni e trovare un successore. Trentalange venerdì era stato ascoltato dalla procura federale, e aveva “detto tutta la verità“, secondo le parole del suo avvocato, ribadendo che nel suo operato non c’era stata alcuna omissione.
Dimissioni Trentalange, l’ex capo dell’Aia: “Mi sono dimesso come senso di responsabilità per evitare il commissariamento dell’associazione”
Ieri Trentalange ha ricevuto segnali unanimi di sostegno dai presidenti regionali, e ha scelto di tutelare l’assocazione da un commissariamenti “non meritato“.
“Mi sono dimesso – spiega al telefono con l’ANSA – come senso di responsabilità per evitare il commissariamento dell’associazione”.
Il numero uno Aia si dice sereno, in attesa della conclusione dell’inchiesta. Gravina domani, di fronte ai consiglieri federali, esporrà comunque una sua valutazione politica su quanto accaduto fin qui, così come anche Trentalange sarà presente per fornire le sue spiegazioni e dimostrarsi tranquillo sulla vicenda.
Lo stesso ha fatto in una call video con i componenti del Comitato Nazionale dell’Aia e i presidenti delle rispettive macro regioni spiegando le ragioni di questa scelta, con quest’ultimi che solamente ieri gli avevano manifestato ampio consenso circa il suo operato da presidente degli arbitri. Sulle presunte omissioni sul caso D’Onofrio, invece, a pronunciarsi sarà la procura federale che venerdì lo ha ascoltato e ora sta studiando la documentazione allegata alla memoria difensiva.
Il caso Trentalange, però, non sarà l’unico del consiglio di domani, perché prima del caos AIA, sarebbe dovuto essere il giorno in cui le leghe avrebbero presentato a Gravina un piano congiunto di riforma del calcio italiano. Un documento di proposta da parte della Serie A è arrivato, ma non come lo intendeva la Federcalcio. E su questo fonte la battaglia sembra appena cominciata.