Addio Mihajlovic, questa mattina i funerali nella basilica di Santa Maria degli Angeli in Piazza della Repubblica a Roma. Ieri i la camera ardente in Campidoglio. L’ultimo saluto all’allenatore serbo morto di leucemia a 53 anni.
Ieri c’erano proprio tutti. Amici e parenti, colleghi, ex compagni e politici. Ma anche tifosi e appassionati di calcio, gente comune. Tutti in fila per rendere omaggio a Sinisa Mihajlovic. Un pomeriggio denso di commozione tra sciarpe, maglie e corone di fiori per ricordare e ringraziare un gigante dello sport e stringersi attorno alla sua famiglia nel momento del dolore.
In tanti, già dalle prime ore della mattina, si erano ritrovati in Piazza del Campidoglio, dove è stata allestita la camera ardente, nella Sala della Protomoteca. Occhi lucidi e grande voglia di ricordare, tra una preghiera e una parola di conforto ai parenti. Presenti la Premier Giorgia Meloni, il Presidente del Senato Ignazio La Russa, il tecnico del Napoli Luciano Spalletti, il Presidente della Lazio Claudio Lotito, Vincenzo Montella e tanti altri.
Questa mattina si terranno i funerali nella basilica di Santa Maria degli Angeli in Piazza della Repubblica a Roma. Presenti diverse centinaia di persone. L’atrio della Basilica è stato transennato, con tifosi e appassionati di calcio assiepati all’esterno per non mancare all’ultimo saluto al campione serbo.
Il traffico è stato deviato per permettere alle tante persone presenti di assistere alla funzione. La situazione è sorvegliata dalle Forze dell’Ordine, diversi i gruppi di tifosi arrivati da tutta Italia, in un clima di grande compostezza. La bara è già all’interno della Basilica, insieme al feretro è arrivata la moglie Arianna, entrata da sola. Decine di corone di fiori da parte di club in cui Mihajlovic ha giocato o allenato: Bologna, Roma, Milan, Lazio e Fiorentina tra le tante, ma anche di società che hanno voluto semplicemente rendere omaggio al tecnico serbo.
Presente il Bologna al gran completo, l’ultima squadra allenata da Mihajlovic, e il ct della Nazionale Roberto Mancini. Ci sono autorità politiche dall’attuale Governo, arrivato da poco il Ministro Francesco Lollobrigida. In chiesa per l’esequie anche tutta la rosa della Lazio con il tecnico Maurizio Sarri e il Presidente del Coni Giovanni Malagò. Di lato, confusi tra i tifosi Francesco Totti, ex capitano della Roma e grande amico di Sinisa, e Daniele De Rossi.
Compagni di squadra, avversari sul campo, uomini di sport. Sono tantissimi coloro che hanno voluto rendere omaggio a Sinisa Mihajlovic. Paolo Negro, Nando Orsi, Marchegiani. I volti tirati, la commozione traspare in maniera evidente. Nelle primissime file della chiesa il Presidente della Lazio Claudio Lotito e l’ex numero uno della Sampdoria Massimo Ferrero. Poco dopo anche l’arrivo del Presidente del Torino Urbano Cairo, squadra allenata dal serbo dal 2016 al 2018, di una delegazione della Roma e del cantante Gianni Morandi, grande tifoso del Bologna. Presente anche il Ministro dello Sport Andrea Abodi.
Sono le ore 11.30 quando la cerimonia inizia con la musica degli organi, la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Piazza della Repubblica a Roma è gremita. Fuori, sulla piazza, sono migliaia i tifosi che hanno deciso di esserci oggi per l’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic. “Con tanto affetto, con tanta riconoscenza, con tante domande affidiamo Sinisa a colui che ci ha fatto nascere”. Sono le parole del sacerdote che da il via alla messa in memoria dell’allenatore serbo che si è spento venerdì 16 dicembre all’età di 53 anni dopo una lunga malattia contro la quale ha lottato fino all’ultimo.
Durante l’omelia il sacerdote ha ricordato ancora: “Ci stringiamo tutti intorno a coloro che amavano Sinisa. Vorrei che sentiste tutti l’affetto di questa madre chiesa che non accetta il dolore. Questo saluto doloroso ci lascia increduli, ci fa provare la forza del male che spegne un uomo forte, un uomo che voleva una vita piena”.
Il sacerdote durante l’omelia ha poi ricordato alcune parole di Mihajlovic quando ha scoperto la malattia e insieme il rapporto con la preghiera, poi ha aggiunto: “Sinisa davanti le difficoltà non scappava. Il guerriero ha vinto con la dolcezza della fragilità. Perché ha dimostrato che la vera forza stava nella capacità di rialzarsi. Ricordo i primi giorni di Sinisa nei primi momenti della battaglia al Sant’Orsola. La malattia non è una colpa, ti capita e basta. Dicevo a lui, combatti e non mollare mai. Sinisa mi diceva che la malattia lo ha reso un uomo migliore…”.
La cerimonia funebre nella Basilica di Santa Maria degli Angeli si è conclusa poco prima delle 13 con le persone che hanno iniziato a lasciare la chiesa per posizionarsi in Piazza della Repubblica in attesa del feretro. Un lungo applauso tributato dagli oltre 2mila presenti al feretro, portato a spalla fuori dalla basilica. A sorreggere la bara anche Roberto Mancini, Dejan Stankovic e Attilio Lombardo. Prima di andare al cimitero del Verano, ancora qualche momento tutto per Sinisa Mihajlovic. La famiglia tutta stretta, abbracciata. Le mani intrecciate, gli occhi lucidi. Un ultimo straziante saluto. Poi quel coro, sale prima piano, quasi timido a non voler mancare di rispetto. Alla fine tutta la piazza canterà “e se tira Sinisa è gol”.
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