Elon Musk non si ferma e continua la sua personale epurazione su Twitter. Il nuovo proprietario del social, nelle scorse ore, ha deciso di eliminare dal social altri personaggi che lo avevano criticato pubblicamente.
Una mossa azzardata anche per gli standard del controverso miliardario che ha scatenato la reazione indignata di Onu e Commissione europea. Ufficialmente la società di San Francisco non ha dato alcuna spiegazione per la misura né alcun preavviso, ma il patron di Tesla sul suo profilo ha accusato le persone eliminate di aver postato “le coordinate per un assassinio” rivelando informazioni private su di lui.
La scure di Elon Musk su Twitter non si ferma. Nei giorni scorsi aveva cancellato l’account di uno studente della Florida che tracciava il suo jet privato. “Criticarmi tutto il giorno va benissimo, ma segnalare la mia posizione in tempo reale e mettere in pericolo la mia famiglia no“, ha attaccato.
Il patron di Tesla nei giorni scorsi ha anche minacciato di denunciare il creatore del profilo, lo studente universitario della Florida JackSweeney, ritenendolo responsabile per l’inseguimento a Los Angeles da parte di “uno stalker pazzo” dell’auto su cui viaggiava il suo figlio più piccolo, X. Prima di acquistare il social media Musk aveva contattato Sweeney offrendogli 50.000 dollari per chiudere l’account. Lo studente aveva rilanciato chiedendo 100.00 dollari per finire il college e una Tesla Model 3 e l’affare non si è mai concluso.
Il proprietario adesso ha quindi deciso di sospendere i profili di una decina di giornalisti delle più prestigiose testate americane, dal New York Times alla Cnn, accusati di aver postato informazioni che hanno messo in pericolo lui e la sua famiglia.
I reporter colpiti dalla censura di Musk sono Ryan Mac del New York Times, Donie O’Sullivan della Cnn, Drew Harwell del Washington Post, Matt Binder di Mashable, Micah Lee di Intercept. Sospesi anche i free lance Aaron Rupar, Keith Olbermann, Tony Webster e l’account di Mastodon, piattaforma nota come alternativa a Twitter.
In realtà, secondo un’analisi del Washington Post, nessuno dei giornalisti sospesi ha mai fornito dettagli personali sul miliardario. L’ultimo post della reporter del quotidiano colpita da censura, Drew Harwell, riguardava ad esempio la cancellazione da Twitter dell’account @ElonJet che tracciava la posizione dell’aereo privato di Musk.
Il bando ha colpito il cuore dell’informazione Usa, nonostante i buoni propositi dell’uomo più ricco del mondo che, lo scorso aprile, aveva dichiarato di sperare che “persino i miei critici peggiori restino su Twitter perchè questo è ciò che significa la libertà di parola“. Stando a quanto twittato dalla stesso Musk, la sospensione dovrebbe durare una settimana ma molti dei giornalisti colpiti dalla censura hanno riferito di aver ricevuto una comunicazione dalla piattaforma che la cancellazione è permanente.
La Commissione europea ha subito reagito alla sospensione arbitraria dei reporter definendola una notizia “inquietante” e minacciando sanzioni contro la piattaforma. “Elon Musk dovrebbe essere a conoscenza del nostro Media Freedom Act. Ci sono linee rosse“, ha tuonato la vicepresidente per i valori e la trasparenza della Commissione Europea Vera Jourova.
Forte anche la condanna dell’Onu che ha parlato di un “precedente pericoloso in un momento in cui i giornalisti di tutto il mondo devono affrontare censura, minacce fisiche e anche peggio“. Parlando con i giornalisti al Palazzo di Vetro, il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, ha sottolineato che “le voci dei media non dovrebbero essere messe a tacere su una piattaforma che professa di dare spazio alla libertà di parola“. Per il direttore dell’American Civil Liberties Union Anthony Romero, “non si possono conciliare le aspirazioni alla libertà di parola di Twitter con l’eliminazione degli account di giornalisti critici“.
Oggi però il patron di Twitter dopo il pugno duro è stato costretto a ripristinare gli account dei giornalisti. Musk accusato di essere assolutista della libertà di parola. Il numero uno di Twitter aveva proposto un referendum social che gli ha dato torto sulla libertà di parola dei media. Così Musk si è arreso: account ripristinati.
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