L’esecutivo di Giorgia Meloni si ferma ad un metro dal traguardo: dopo le polemiche di questi giorni fa marcia indietro sul Pos. La premier: “Troveremo un altro modo per non fare pagare le commissioni”.
Sui pagamenti Pos la proposta governativa di fissare inizialmente un tetto al contante a partire da 60 euro, si infrange contro una ridda di polemiche. All’ipotesi l’opposizione era corsa sulle barricate puntando il dito contro la misura considerata un favore agli evasori.
Dopodiché si erano rincorse voci ad un tetto di 40 euro ed infine il dietrofront sul provvedimento. Dunque stop alla norma che prevede sanzioni per gli esercenti che si rifiutano di accettare i pagamenti con il bancomat o con carta sotto i 60 euro.
Alla luce delle forti resistenze avvertite sulla proposta di modifica delle norme sui pagamenti Pos. La presidente del Consiglio ha deciso di non forzare la mano. “Se non ci sono i margini ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti”, ha detto Meloni.
Poi a margine del concerto di natale in Senato, sull’obbligo del Pos il capo dell’esecutivo ha aggiunto: “Quello è un obiettivo del Pnrr e quindi lo stiamo trattando con la Commissione”. Unitamente ad altri temi come quello delle pensioni a 600 euro per gli over 75 e la rivalutazione sopra 4 o 5 volte la minima, l’emendamento sul Pos è compreso tra le modifiche all’esame di Via XX settembre. E’ ovvio che la marcia indietro del governo è frutto dell’interlocuzione avuta con la Commissione Europea, la quale sull’argomento si attende la stessa postura dell’esecutivo Draghi.
Senza l’intervento in materia annunciato dal Governo Meloni, sul Pos resta l’attuale normativa. La metodologia di pagamento elettronico resta obbligatoria per tutti gli esercenti. La categoria è vincolata ad accettare i pagamenti di qualsiasi importo con moneta elettronica. Qualora i titolari di attività dovessero rifiutarsi, saranno sanzionati per una cifra pari al 30% più il 4 dell’importo della transazione.
Alle accuse di arrancare sulla Legge di Bilancio, Giorgia Meloni risponde così alla stampa: “La manovra non ha mai una approvazione facile: stiamo facendo tutti il nostro lavoro, però penso che abbiamo fatto del nostro meglio, nelle condizioni e nei tempi che avevano, per dare al parlamento la possibilità di avere i tempi di valutarla”. Poi la chiosa: “Ricordo che il governo che non nasceva nei mesi di ottobre, ma a febbraio, presentò la manovra il 20 novembre”.
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