Liliana Resinovich, giallo senza fine: qualcuno l’ha picchiata | I nuovi dettagli riaprono il caso

La Procura di Trieste aveva deciso di archiviare il caso come suicidioma nelle scorse ore si è fatta strada un’ipotesi diversa: Liliana Resinovich, scomparsa un anno fa e trovata cadavere il 5 gennaio del 2021, sarebbe stata picchiata

Della scomparsa di Liliana Resinovich, della sua morte, di suo marito, del presunto amante, delle passioni, probabile voglia di cambiare vita e di divorziare, ne hanno parlato per mesi tg, trasmissioni televisive, giornali.

Liliana resinocich, indagii da rifare
Liliana Resinovich, non si sarebbe suicidata. Foto Ansa

Questo è il caso  di Liliana Resinovich, che 369 giorni fa faceva perdere le sue tracce. Poi il ritrovamento del corpo senza vita avvenuto il 5 gennaio del 2022, in un boschetto distante distante pochi minuti di cammino dalla sua abitazione. Una morte rubricata nel tempo come suicidio, benchè da subito le circostanze sembrassero particolari. E oggi quei dubbi, che sono  proseguiti per 12 mesi, potrebbero significare non archiviare il caso come suicidio, ma al contrario ripetere le indagini.

Nelle scorse ore infatti  si è fatta strada un’ipotesi diversa, perchè sul volto della donna ci sarebbero  dei segni traumatici riconducibili ad un pestaggio. Il fratello di Liliana aveva infatti avuto la possibilità di vedere il corpo della sorella in foto e aveva spiegato di aver notato dei traumi sospetti. La donna presenterebbe un occhio tumefatto, segni sullo zigomo e la narice. Potrebbe aver ricevuto cazzotti sul volto? Secondo il legale della famiglia quei segni non sarebbero stati trattati con la dovuta attenzione. Oggi però le cose starebbero in modo diverso,  anche alla luce di tutta una serie di elementi raccolti in quasi un anno di indagini ufficiali e ufficiose.

Morte Liliana Resinvich, le indagini potrebbero essere riaperte. Non si tratterebbe di suicidio

Liliana resinocich
Indagini da rifare, Liliana Resinovich sarebbe stata picchiata prima di morire foto Ansa

Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo per un attimo a quel 14 dicembre del 2021, quando Liliana scompare da Trieste. 21 Giorni dopo, Il 5 gennaio 2022 il corpo senza vita della donna viene  ritrovato nella boscaglia del vecchio ospedale psichiatrico. Secondo le ultime indiscrezioni e soprattutto secondo la ricostruzione di parte, Liliana Resinovich potrebbe essere stata rapita. Dunque la donna potrebbe essere chiusa da qualcuno in un luogo ovviamente da trovare, fino a quando non sarebbe stata portata nella boscaglia in cui il cadavere è stato rinvenuto. Indagini che dovranno essere ripetute dall’inizio?

Cosa si sa della causa della morte della donna? Liliana sarebbe morta per un arresto cardiaco.  L’ultimo pasto risale alla colazione del 14 dicembre. In quei venti giorni senza mangiare la donna, uno scricciolo  di appena 50 kili ma sempre ben allenata,  non avrebbe nemmeno perso peso. Un’assurda circostanza a cui l’avvocato della famiglia stenta a credere, e lo stesso legale come riportano diversi quotidiani avrebbe parlato di lesioni traumatiche presenti sul corpo della povera donna, sulla parte sinistra della testa in modo particolare; presenti anche una piccola lesione sulla lingua e un livido sulla gamba.

Liliana Resinivich sarebbe stata rapita e picchiata prima di morire. Le ipotesi dell’avvocato della famiglia

Ma oltre i “piccoli segni o lesioni”, l’avvocato della famiglia riporta la tumefazione all’occhio destro e la lacerazione allo zigomo dallo stesso lato del volto. Segnali incontrovertibili di una discussione più che animata. Qualcuno ha strattonato e colpito Liliana, l’avrebbe fatta cadere a terra e a quel punto la donna avrebbe perso i sensi. Da lì il trasporto del corpo in un luogo non identificato. Un bagagliaio?

E’ l’ipotesi portata avanti dal legale perchè in effetti Liliana al momento del ritrovamento aveva una posizione rannicchiata. Quindi l’arresto cardiaco sarebbe sopraggiunto in seguito all’aggressione.

Ecco perchè gli investigatori dopo oltre un anno dalla scomparsa, non credono più alla versione del suicidio. Quei  sacchetti infilati in testa a Liliana, e il filo di lana attorno al collo sembrano più che altro una messinscena. In questi mesi su chi si sono concentrate indagini e sospetti? Sul marito di Liliana Sebastiano Visintin che è  stato convocato lo scorso 6 dicembre in Procura a Trieste.

L’uomo è stato ascoltato per un’ora e mezza in merito sulla  presenza di un gomitolo trovato in un cassetto nella sua abitazione. Il filo sarebbe simile al cordino trovato intorno al collo della donna. Su quel cordino sarebbe stato trovato anche un DNA che però deve ancora essere analizzato.

A Lungo i sospetti hanno riguardato anche  Claudio Sterpin da cui la donna doveva recarsi quella mattina, la mattina della scomparsa e con cui forse Liliana avrebbe avuto a lungo una relazione. Una morte senza risposte per ora,  un mistero lungo un anno. La mattina di quel 14 dicembre 2021 Liliana Resinovich, 63 anni, usciva di cava  in via Verrocchio, a San Giovanni, dove viveva con il marito Sebastiano Visintin, per andar da Claudio Sterpin, 83 anni. Ma qui non sarebbe appunto mai arrivata.

Poi come ricordavamo sopra il corpo di Liliana sarebbe stato trovato il 5 gennaio successivo nel  boschetto poco distante da casa: la testa in due buste di nylon strette  con un cordino e il corpo in due sacchi di plastica, uno infilato dall’alto, uno dal basso.

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